Omicidi e spari contro casa del sindaco: 19 arresti

di Redazione

Caserta – 19 arresti compiuti dai carabinieri del reparto territoriale di Aversa contro la fazione Schiavone del clan dei casalesi.

Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto illegale di armi e ordigni esplosivi, associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso.

Tra i reati contestati anche l’omicidio di Salvatore Ricciardi, 31 anni, commesso nel marzo 2010: il suo cadavere fu trovato nelle campagne di Carinaro, semicarbonizzato, all’interno di una Renault Clio data alle fiamme. Omicidio ordinato, come scaturito dalle indagini, da Nicola Di Martino poiché Ricciardi aveva deciso di compiere un’attività estorsiva per proprio conto.

Contestati anche tre tentati omicidi e l’esplosione di colpi d’arma da fuoco, sempre nel 2010, contro il portone dell’allora neoletto sindaco di Teverola, Biagio Lusini (leggi qui).

Nell’ordinanza si parla anche di una testa di bufala che il sindaco Lusini trovò nel giardino di casa. Episodio non denunciato, come riferito dagli inquirenti, ma emerso nel corso delle indagini. I motivi dell’attentato sarebbero da ricondurre al diniego del sindaco di “trattare” con il gruppo criminale nell’ambito dei pubblici appalti sul territorio.

L’indagine, che si è avvalsa delle rivelazioni del collaboratore di giustizia Giustino Improta, riflette l’operatività, sul territorio dei Comuni di Teverola, Carinaro, del clan Picca, Di Tella Di Grazia, la cui egemonia si accuse fosse passata, più di recente, nella mani del capo clan Nicola Di Martino. Il provvedimento cautelare riguarda un gran numero di delitti commessi dall’organizzazione camorristica che sorta dalle ceneri del persistente clan Picca, si è ricostituita ad opera di Nicola Di Martino, detto “Nicola 23”, divenuto plenipotenziario del gruppo Schiavone e del suo braccio destro Carmine Lanzetta, detto “Carminiccio ‘o pizzaiolo”.

Tra gli arrestati, oltre a Nicola Di Martino, 45 anni, già detenuto, ci sono: Antonio Cavallaccio, 35 anni; Andrea Damino, 30; Olimpia del Core, 39; Luigi De Martino, 39, già detenuto; Omar Generoso Di Martino, 39; Maria Di Sarno, 46; Michele Graziano, 47; Carmine Lanzetta, 28, già detenuto; Gennaro Palmieri, 22; Giuseppe Pommella, 59; Antonio Rega, 28; Eduardo Rega, 29, già detenuto; Alessandro Rucco, 30, già detenuto; Gennaro Servadei, 24; Salvatore Tana, 27; Antonio Temporale, 60; Emanuele Andreozzi, 29, agli arresti domiciliari e di fatto già recluso a Poggioreale; Salvatore Mottola, 32, agli arresti domiciliari.

L’intensa attività investigativa è stata condotta avvalendosi dei collaudati protocolli investigativi della Dda di Napoli attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, sequestro di corrispondenza che i detenuti intrattenevano con i loro familiari, le dichiarazioni dei più recenti collaboratori di giustizia; sono state ricostruite diverse vicende estorsive, nonché è stata acclarata la disponibilità di un vero e proprio arsenale di armi da fuoco e di materiale esplosivo, poi, utilizzato per gli attentati dinamitardi in danno dei titolari di attività commerciali e imprenditoriali che si mostravano riottosi al ricatto estorsivo.

Le indagini iniziano nell’aprile del 2010, proprio quando, a scopo intimidatorio, erano stati esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco verso l’abitazione del neoeletto sindaco del comune di Teverola.

Sono stati, inoltre, individuati esecutori e mandanti di due tentati omicidi nei confronti di due giovani minorenni di etnia rom; e identificati i componenti di una capillare rete di trafficanti di droga che aveva come obiettivo il monopolio delle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti in capo agli esponenti del clan di camorra. Il tutto finalizzato a favorire in clan dei casalesi e a garantire lo stipendio ai familiari degli affiliati detenuti.

Le risultanze investigative hanno consentito di disgelare l’ascesa criminale e l’attuale pericolosità dei referenti del clan dei casalesi – gruppo Schiavone – sul comune di Teverola, Carinaro, i metodi violenti utilizzati dagli affiliati e di interrompere le varie attività estorsive eseguite capillarmente sul territorio nei tre periodo usuali, Natale, Pasqua e Ferragosto, il tutto contraddistinto da spavalderia ed arroganza, avvantaggiandosi del muro di omertà che caratterizza le zona di influenza del clan.

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