Condannato per stupro, carabiniere si uccide davanti casa della vittima

di Redazione

Imperia – Si è suicidato dopo essere stato sospeso dal servizio per via di una condanna a 7 anni di reclusione per violenza sessuale, diventata definitiva mercoledì. Il maresciallo dei carabinieri, Edoardo Milani, 55 anni, si è sparato un colpo di pistola alla testa a Vallecrosia, nell’Imperiese, davanti all’abitazione di una delle tre donne che lo avevano denunciato.

Milani, che all’epoca dei fatti era in servizio presso la compagnia di Bordighera, è stato accusato di aver abusato di tre donne in cinque episodi distinti, tra il 2005 e il 2008.  Il militare, subito dopo lo scandalo era stato aggregato al comando carabinieri della Regione Liguria e, dopo il giudizio di secondo grado, sospeso dal servizio in attesa della Cassazione che ha respinto il suo ricorso. Nell’aprile del 2014, la seconda Sezione Penale della Corte di Appello, di Genova, lo aveva condannato a 7 anni e 6 mesi, per aver abusato di tre donne, in cinque episodi distinti, nel periodo a cavallo tra il 2005 e il 2008, quattro dei quali in caserma.

In primo grado, il tribunale collegiale di Sanremo lo condannò a 2 anni e 4 mesi. Milani era accusato di violenza sessuale e violenza privata, oltre che di accesso indebito alla banca dati informatica, ma per quest’ultimo capo di imputazione venne assolto, perché il fatto non sussiste.

A denunciare Milani furono tre donne. Il primo episodio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, risale al 2005 e vedeva come parte offesa una donna che si era rivolta a lui per discutere dello stato di detenzione del figlio. Nel gennaio 2008, vittima è la donna davanti alla cui casa Milani si è oggi tolto la vita e che si era trovava nell’ufficio del maresciallo per una lite con un collega di lavoro. I carabinieri della stazione di Vallecrosia, non hanno trovato alcuna lettera di addio all’interno della sua auto. Dal caricatore della sua pistola mancava un solo colpo.

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