Caso Meredith, assolti Amanda e Raffaele. Lei: “Sono grata”

di Redazione

Firenze – Reazioni opposte dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha assolto in  via definitivaAmanda Knox e Raffaele Sollecito dall’accusa di aver ucciso Meredith Kercher. Mentre nelle famiglie degli imputati si festeggia la fine di una vicenda durata otto anni, i genitori della studentessa inglese uccisa a Perugia nella notte del 1° novembre 2007 restano sgomenti di fronte a una decisione che li priva ancora una volta della certezza su quanto accaduto quella notte.

“Sono molto grata che giustizia sia stata fatta. Grazie. Sono grata di riavere la mia vita” ha detto Amanda Knox a Seattle, rispondendo ai giornalisti che si erano assiepati di fronte a casa sua, aggiungendo poi che “Meredith era una mia amica. Meritava moltissimo nella vita. Io sono quella fortunata”. Poco prima la giovane americana subito aveva inviato un comunicato ai media statunitensi in cui ringraziava tutti coloro che l’avevano sostenuta in questi anni e si diceva “tremendamente sollevata e grata”. “Ora sta solo festeggiando – ha spiegato il suo avvocato Luciano Ghirga – e non pensa a cosa farà nei prossimi giorni. Così come non pensa ad alcuna richiesta di risarcimento” per ingiusta detenzione, chiarisce, smentendo l’ipotesi avanzata dall’altro legale.

Soddisfazione anche per i Sollecito, con Raffaele che si sfoga: “Finalmente mi hanno creduto, è questa la mia più grande soddisfazione. Sono felicissimo”.  Felicità anche dal padre del ragazzo, secondo cui “nella sua innocenza ci abbiamo sempre creduto”. Rispondendo alle domande dei cronisti ha, poi, detto: “Il nostro pensiero va a Meredith che è stata la prima vittima di questa tragedia. Siamo molto vicini alla famiglia come lo siamo sempre stati e finalmente anche loro potranno dire che c’è stata giustizia, perché l’unico responsabile – ha concluso – è stato condannato in via definitiva”.

Completamente diverse le reazioni nella famiglia Kercher, con Arline, madre della ragazza inglese uccisa che si dice “sorpresa e molto scioccata”. La decisione della Cassazione, secondo Arline Kercher è “strana” dato che la coppia era stata condannata due volte in primo e secondo grado di giudizio. “Sono sorpresa e scioccata. Strano che la sentenza cambi ora in Cassazione.

Al momento non ho alcun piano”, ha detto rispondendo a chi le chiedeva cosa avesse intenzione di fare. Parla di “sconfitta per il sistema giudiziario italiano” Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher, che aggiunge come i genitori della ragazza siano “allibiti e senza parole. Non c’è altro da dire al momento”. “Mi hanno chiesto se ci fosse altro da fare, se si potesse procedere ulteriormente e purtroppo ho dovuto dire di no”, ha spiegato.

E infatti è una sentenza che farà discutere quella della Corte di Cassazione. Tra chi immaginava una sentenza definitiva di condanna e chi puntava ad un processo d’appello-ter con annullamento del verdetto della Corte d’assise di secondo grado di Firenze che aveva dichiarato i due giovani colpevoli dell’omicidio, la Suprema Corte ha scelto una terza via, forse la più difficile.

Rivalutati in oltre dieci ore di camera di consiglio i fatti e gli atti, i giudici hanno concluso per l’assoluzione degli imputati: tecnicamente “per non aver commesso il fatto”, in sostanza per insufficienza di prova (come spiega l’indicazione, nel dispositivo, del secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale).

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