“Buco” di quasi 60 miliardi di euro nei bilanci comunali: ecco perché…

di Gabriella Ronza

Ci sarebbe un buco potenziale di circa 60 miliardi di euro nei bilanci dei comuni italiani in accumulazioni dette di “residui attivi” ossia di tutti quei crediti che l’ente vanta nei confronti di soggetti terzi (in sintesi, i residui attivi descrivono la quota di entrate e spese che il comune prevedeva di realizzare nel corso dell’anno, che nonostante si siano concretizzate non sono state pagate o riscosse dalla Tesoreria).

Secondo le norme giuridiche, essi possono essere contabilizzati, per un periodo massimo di dieci anni, anche se non arrivano nelle casse dell’amministrazione. Ogni anno, entro l’ultimo giorno di aprile, i comuni sono tenuti a completare un “riaccertamento straordinario” e a capire se i crediti ancora iscritti a bilanci siano realmente esigibili. Secondo i dati pubblicati dalla Corte dei Conti il 29 dicembre 2014, si stimano 59,3 miliardi di euro di residui attivi iscritti nei bilanci comunali di dicembre 2013. Solo il 40% dei residui in media viene realmente riscosso.

La bolla è dovuta a un sistema facilmente raggirabile: finora la legge ha permesso agli enti di utilizzare entrate non ancora accertate (residui attivi) come coperture per spese e investimenti reali.

Quando un comune approvava il rendiconto dell’intero anno segnava i crediti non riscossi secondo il loro grado di inesigibilità (ossia impossibilità di riscossione).

Tale meccanismo falsa la lettura dei bilanci degli enti, perché permette di mantenere i residui a bilancio anno dopo anno fino alla dichiarazione di non esigibilità; così diversi comuni hanno potuto giustificare spese altrimenti non sostenibili.

Per impedire tutto questo e una vera e propria “bolla” da residui attivi, il governo ha introdotto il Decreto legge 118/2011. Ogni comune rivedrà i propri residui, dovrà eliminare quelli inesigibili e lancerà a bilancio solo quelli giuridicamente esigibili. Sarà, inoltre, obbligatorio registrare i crediti e i debiti solo una volta e negli esercizi in cui è prevista la riscossione.

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