8 Marzo, Festa Della donna: “Noi siamo molto più di questo”

di Gabriella Ronza

In occasione della Festa della Donna, memoriale datato 8 marzo, tante sono state le iniziative. A parte quelle pubblicitarie di note marche gastronomiche e tecnologiche, un’idea particolarissima sembra provenire proprio dal suolo italiano.

L’artista e attivista Alexsandro Palombo ha lanciato una campagna web finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica sul delicato tema della violenza di genere: una mutandina per dire no alla violenza sulle donne. L’ideatore ha, infatti, invitato le donne di tutto il mondo a scrivere sui loro slip un messaggio riguardante il tema (guarda la foto, la cui traduzione è “Noi siamo molto più di questo”, ndr.). L’hashtag #BriefMessage, che dà il nome all’iniziativa, è diventato virale. Una campagna che sembra ben sposarsi con alcune recenti manifestazioni: in Turchia, ad esempio, lo scorso febbraio vi sono state una serie di proteste. Tante erano le manifestanti, ma ugualmente numerosi gli uomini, molti di loro per l’occasione avevano indossato una gonna. Le proteste avevano preso inizio dallo stupro e la successiva uccisione di una studentessa ventenne. 

La festa che ha origine da una morte e celebra una rinascita- Non tutti conoscono l’origine della festa dedicata al “gentil sesso”. Non serve di certo ripercorrere dettagliatamente la storia per capire come il ruolo femminile sia da sempre stato considerato inferiore a quello maschile e comprendere che ciò che noi oggi riteniamo scontato, come il voto per tutti e le pari opportunità, è stato possibile solo grazie a lotte femminili durate decenni, talvolta più visibilmente e aggressivamente, ma molto spesso silenziosamente. Per millenni la donna è stata bistrattata, ma il suo ruolo si è certamente evoluto e continua a evolversi, non solo nei paesi cosiddetti “sottosviluppati”, ma anche nei paesi occidentali e industrializzati.

Era il 1908 quando un gruppo di operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le umilianti e terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, stanco della mancata produttività, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Dopo alcune ore divampò un grande incendio. Ben 129 donne ne furono vittima e morirono arse dalle fiamme. In seguito, questa data fu proposta come giornata di lotta internazionale a favore delle donne da Rosa Luxemburgo (rivoluzionaria polacca), proprio in ricordo della tragedia. Inizialmente le manifestazioni in memoria delle vittime fiorirono negli Stati Uniti, ma ben presto si diffusero in tutto il mondo come emblema delle rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla condizione sociale.

Da allora l’8 marzo fu assunto a simbolo del riscatto della donna, della sua rivincita e rinascita, in ricordo delle sue conquiste sociali, politiche ed economiche, ma anche delle discriminazioni e delle violenze cui è ancora oggetto.

Il costume di regalare, da parte degli uomini, la classica mimosa alle donne ha origine italiana: nel 1946, è stata l’Unione Donne Italiane a scegliere la mimosa, un fiore poco costoso e una delle poche piante ad essere fiorita all’inizio di marzo. Alcuni, tuttavia, continuano a sostenere una teoria romantica e quasi mitica sulla vera origine della tradizione del dono di questo particolare fiore: nelle vicinanze della fabbrica Cotton, nel 1908, vi era un bellissimo albero di mimose.

Festa DonnaSono passati 107 anni, ma la lotta per l’uguaglianza totale è ancora lunga. Si passa dai paesi del terzo mondo dove la donna ha diritti quasi nulli e assurge solo e unicamente al ruolo di madre ed educatrice dei suoi figli, ad alcuni paesi medio-orientali dove la donna è ritenuta alla stregua di un oggetto e le bambine devono sposare uomini grandi e maturi. Nel mondo occidentale, le donne sembrano aver raggiunto pieni diritti, ma restano vittime di violenze casalinghe e femminicidi, nonché di stalking, nonostante una recente legge.

Sulla condizione femminile, delicatissimo argomento, tante sono state le parole di scrittori, antropologi, psicologi e giornalisti.

Abbiamo scelto, a tal proposito, una delle voci più note del panorama italiano e internazionale, quella della celebre reporter e scrittrice Oriana Fallaci che fece del suo status di “sesso debole” il suo più grande punto di forza: “Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. […] Avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che chiede d’essere ascoltata”.

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