Truffa all’Inps, sette arresti nel Vesuviano

di Redazione

Napoli – La Guardia di finanza di Napoli ha eseguito un’ordinanza cautelare a carico di tredici persone, sette delle quali sottoposte alla misura cautelare degli arresti domiciliari e sei all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, tra cui figurano un dottore commercialista e due consulenti del lavoro, indagati per i reati di associazione per delinquere, truffa ai danni dell’Inps e favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

Durante le indagini è emersa l’esistenza di due solide ed organizzate strutture criminali, ben radicate nei comuni di San Giuseppe Vesuviano, Terzigno e Poggiomarino, dedite alla predisposizione ed instaurazione di fittizi rapporti di lavoro, precostituiti solo cartolarmente, e di brevissima durata, finalizzati esclusivamente al fraudolento percepimento, da parte di lavoratori italiani, di indennità da parte dell’Inps e all’ottenimento, da parte di lavoratori stranieri, del permesso di soggiorno.

Molte risultavano essere le ditte fantasma create dalle associazioni a delinquere al fine di permettere la fittizia instaurazione dei rapporti di lavoro, aziende mai esistite che hanno assunto e licenziato formalmente una quantità enorme di dipendenti che così hanno potuto richiedere e ottenere i requisiti necessari per l’ottenimento di indennità di disoccupazione o anche quelle conseguenti alla maternità.

Nell’ambito delle associazioni a delinquere, primario è stato il ruolo svolto dai consulenti del lavoro, i quali, grazie alle loro competenze tecniche, hanno creato le imprese fantasma, gestito i fittizi rapporti di lavoro e predisposto, grazie all’apporto fornito dalle collaboratrici dei rispettivi studi professionali, le pratiche necessarie per garantire a centinaia di beneficiari le indennità da parte dell’Inps e i permessi di soggiorno.

Significativo, anche, il ruolo di persone legate agli studi professionali dei consulenti, che, facendo da intermediari tra i professionisti e i potenziali “clienti” dell’associazione, procuravano i contatti necessari per l’avvio delle pratiche illecite: tra questi spiccano soggetti di nazionalità straniera che utilizzavano i rapporti con intere comunità di cittadini bengalesi e cinesi, strumentalizzando la loro necessità di regolarizzazione sul territorio dello Stato.

L’attività delle organizzazioni ha infatti consentito l’illecito rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno a circa 500 extracomunitari, che pagavano ai professionisti circa diecimila euro ciascuno. E’ stato, inoltre, disposto dal gip di Nola il sequestro per equivalente delle somme percepite dalle associazioni a delinquere per un ammontare pari a oltre 650mila euro.

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