Rsf, classifica libertà di stampa: l’Italia perde 24 posizioni

di Stefania Arpaia

Roma – La libertà di stampa ha subito un grande calo nel nostro Paese. L’italia perde 24 posizioni e scivola al 73esimo posto della classifica internazionale. 

Dietro la Moldavia e davanti al Nicaragua, sarebbero le intimidazioni nei confronti dei giornalisti da parte di organizzazioni mafiose a provocare la riduzione della libertà di stampa.

Intimoriti da minacce e danni, e vittime anche di processi per diffamazione abusivi, i giornalisti sarebbero sempre più restii nei confronti della libertà di stampa, diritto sancito dall’articolo 21 della Costituzione. 

A confermarlo è l’analisi svolta dall’organizzazione “Reporter senza frontiere”, associazione fondata nel 1985 dal giornalista francese Robert Ménard, con l’obiettivo di difendere la libertà di stampa.

“La situazione dei giornalisti italiani è peggiorata drammaticamente nel 2014”, avrebbero riferito gli analisti di Rsf. In base alle ricerche svolte, in Italia, nei primi 10 mesi dello scorso anno, sarebbero stati 43 i casi di aggressioni fisiche e sette quelli di attacco a case o auto dei cronisti.

In generale, l’organizzazione ha registrato un calo in tutto il mondo: 180 Paesi sarebbero peggiorati rispetto all’analisi svolta nell’anno precedente.

“Il deterioramento complessivo della libertà di stampa – afferma Christophe Deloire, segretario generale di Rsf – è causato da fattori congiunti. Da Boko Haram all’Isis, attraverso i narcotrafficanti o la mafia, il modus operandi per bloccare la stampa è lo stesso: paura o ritorsioni”.

In pole position Finlandia che mantiene il primo posto, seguita da Norvegia e Danimarca. A seguire Lussemburgo, Liechtenstein  e Andorra. Migliora la situazione in Francia. 

I Paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti sono invece l’Eritrea, la Corea del Nord, il Turkmenistan, la Siria e la Cina. In Iraq e in Nigeria, sottolinea l’organizzazione, veri e propri “buchi neri dell’informazione”.

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