Roma, rapine in banca tra Balduina e Prati: 8 arresti

di Redazione

Roma – Sono considerati gli autori di una serie di rapine aggravate effettuate, anche con l’utilizzo di armi da fuoco e con la tecnica del ‘buco’ nel muro, ai danni di alcuni istituto di credito della Capitale. Per questo, gli agenti della squadra mobile, diretti da Renato Cortese, con la collaborazione del commissariato di Fano e coordinata dalla Procura della Repubblica di Pesaro, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare e numerose perquisizioni, nei confronti dei componenti della “Banda del Buco”.

In manette sono finite otto persone: Giulio Amodei, 61 anni, Giorgio Angiolosanto, 63 anni, Adalgiso Di Cesare, 68 anni, Ferdinando Giampaoli, 46 anni, Luciano Riola, 52 anni, Tommaso Bonardi, 81 anni, Berardo Osvaldo, Costantini, 71 anni (tutti con precedenti penali), tutti ritenuti appartenenti alla malavita romana e attivi nei quartieri Monteverde, Garbatella, Tiburtino, Casal Palocco ed Acilia, che secondo gli investigatori avrebbero agito tra il 2012 e il 2014 nel quartiere Balduina e a pochi passi dalla Città del Vaticano e stavano preparando altri colpi, non solo nella capitale ma anche in altre città italiane.

Praticavano fori dai palazzi limitrofi agli istituti di credito senza destare sospetti e lavorando anche per mesi. In una rapina compiuta durante le festività natalizie nel 2012, i rapinatori vestiti da “Babbo Natale” si erano introdotti nella Banca Popolare di Novara, in piazzale delle Medaglie d’Oro, dove, grazie alle “dritte” ricevute da una dipendente infedele sono riusciti a mettere a segno un colpo da 160mila euro con un ingente quantitativo d’oro (circa 3,7 kg) custodito in una cassetta di sicurezza del “caveau”.

La donna, Roberta Gatta, la 35enne incensurata, è stata arrestata. E’ stato anche documentato un tentativo di rapina, effettuato attraverso “un buco” nel muro di uno stabile vicino all’Istituto di credito Banca Carige in piazza Risorgimento nei pressi della Città del Vaticano. In questo caso, però, il colpo è fallito perché, una volta ultimato il foro di accesso alla banca praticato dal seminterrato dello stabile confinante, avevano trovato posizionata, in corrispondenza della parete dell’istituto, una cassaforte troppo pesante e impossibile da spostare.

Durante la pianificazione del colpo, tra i mesi di novembre 2013 e marzo 2014 la banda ha adottato diversi stratagemmi per eludere le loro proprie responsabilità tra cui l’utilizzo di un’auto rubata sulla quale erano state applicate targhe clonate di un veicolo simile, escamotage che ha permesso loro di viaggiare e stazionare indisturbati a pochi passi da un obiettivo sensibile come la Città del Vaticano.

Il “buco” (largo cm 60×55 e lungo circa 90 cm) era stato poi scoperto la mattina del 10 marzo 2014 dai dipendenti della Banca Carige che verso le ore 8,20 di mattina avevano contatto il 113. E’ stata, inoltre, documentata la loro partecipazione a un incendio doloso il 12 marzo 2014 che ha completamente distrutto un ambulatorio veterinario in via del Pianeta Venere, all’Eur, episodio per cui erano stati già colpiti da provvedimenti restrittivi in carcere.

Infatti, uno dei responsabili del rogo era legato da un rapporto di amicizia con la titolare di un centro clinico veterinario e con il suo compagno – direttore sanitario del predetto laboratorio – e avrebbe ricevuto da quest’ultimi l’incarico di distruggere il concorrente ubicato in via Pianeta Venere, sospettato di essere a sua volta il “mandante” di un evento da loro “subito” circa un mese prima.

Durante alcune perquisizioni nelle case degli indagati sono stati rinvenuti passamontagna, chiavi e un intero “campionario” di attrezzi per lo scasso. La “basista” del gruppo criminale è stata rintracciata e arrestata da personale della squadra mobile presso la Filiale della Banca Popolare di Novara, in questa via di Torrevecchia, dove prestava servizio.

“L’indagine è indubbiamente molto complessa, adesso il giudice per le indagini preliminari ha dieci giorni di tempo per procedere all’interrogatorio della signora e nello stesso termine bisognerà valutare, una volta studiato il contenuto dell’ordinanza, se ricorrere o meno al tribunale del riesame – ha commentato l’avvocato Gianluca Arrighi, legale di Roberta Gatta accusata dagli investigatori di essere la basista della “banda del buco”.

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