Roma, nomadi guidano auto polizia: è della fiction con Pandolfi

di Redazione

Roma – E’ polemica, in particolare sui social network, per il filmato che mostra un gruppo di nomadi sfrecciare vicino al campo della Massimina, a Roma, a bordo di un’auto della polizia. Al volante un rom, con accanto una donna e sui sedili posteriori alcuni bambini. Durante la scena, ripresa con uno smartphone da una giovane nomade che l’ha poi postata su Facebook, l’Alfa 159 della squadra volante si ferma e il guidatore, giocando a fare il poliziotto, con accento romanesco, dice “Aooo che c…. fate eh?”.

L’auto sfreccia, passando accanto a due operatori con indosso una divisa fluorescente, di quelle in dotazione agli autisti dei carri attrezzi. Poco distante una bisarca con un’altra auto della polizia, caricata sul pianale.

Ma come è finita un’auto della polizia in mano a dei nomadi? Ieri sera la Questura di Roma ha chiarito che si trattava di un’auto scenica per riprese cinematografiche non in carico alla polizia di Stato. Così come era scenica l’altra volante che si nota nel video. Le vetture appartengono alla fiction “E’ arrivata la felicità” con Claudia Pandolfi, in onda sulle reti Rai. Le riprese al campo risalgono allo scorso dicembre, anche se è ancora da stabilire quando è stato girato il video finito ieri mattina su Facebook. Al volante e all’interno della pattuglia ci sarebbero quindi i rom che hanno partecipato alle riprese della fiction, spiega l’assessore alle Politiche sociali del XIII Municipio, Roberto Martino. “Alcuni di loro – aggiunge Martino – sono stati messi anche in regola, a libro paga della produzione, come comparse”.

Resta da chiarire se vi siano responsabilità oggettive dei titolari della produzione, come l’omessa custodia o l’eventuale negligenza nella gestione delle auto – spiegano dalla questura – e se in qualche modo siano state violate le norme che regolano l’uso di volanti della polizia, pur sceniche.

Reale o fintache sia, infatti, una vettura del genere potrebbe in qualche modo finire nelle mani di qualcuno per compiere una rapina o un attentato, magari indossando qualche falsa divisa.

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