Milano, prostitute 13enni vendute insieme al tratto di marciapiede

di Redazione

Milano – Vasta operazione stamani a Milano che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale del capoluogo lombardo, Stefania Pepe, nei confronti di 19 persone per sfruttamento della prostituzione.

Coinvolti a vario titolo nella gang, i destinatari dell’ordinanza, per la maggior parte di nazionalità romena, reclutavano e sfruttavano giovani connazionali, anche di 13 anni, condotte in Italia e costrette a prostituirsi sotto la minaccia e la consumazione di violenze fisiche e psicologiche.

L’indagine, partita nell’agosto 2011, è stata avviata a seguito di lettere anonime nelle quali venivano denunciate e riportate in modo puntuale le continue violenze e la condizione di schiavitù in cui versavano giovani ragazze romene avviate alla prostituzione.

Le vittime, anche minorenni, erano in balia di concittadini romeni di etnia rom, residenti in alcuni campi nomadi milanesi organizzati che si fronteggiavano con altri gruppi criminali in maniera violenta per contendersi la gestione della prostituzione nell’area a Sud di Milano.

Nel corso dell’attività, gli agenti del commissariato Scalo Romana hanno accertato come le vittime fossero al centro di una vera e propria tratta: prima comprate e poi vendute, venivano tutte sottoposte a vessazioni fisiche e morali.

I poliziotti hanno ricostruito tutte le fila di un’organizzazione stabile e gerarchicamente impostata, fondata sul vincolo di appartenenza sia etnica sia familiare i cui affiliati agivano secondo una precisa logica di gruppo e le cui scelte venivano decise da un numero ristretto di persone individuabili quali referenti principali.

Vendute insieme al pezzo di marciapiede che occupavano: è questo il business dietro allo sfruttamento di numerose ragazze romene, alcune portate in Italia e avviate alla prostituzione anche a 13 e 14 anni, che è stato scoperto a Milano dalla Polizia di Stato, che ha sgominato una rete di protettori Rom.

Gli sfruttatori incassavano una parte dei guadagni (l’altra parte rimaneva, come ormai consuetudine, alle ragazze) e anche un fisso per l’occupazione della strada. Una sorta di diritto di superficie che veniva fatto pagare alle ragazze delle altre organizzazioni che volevano prostituirsi in alcune vie della città, come via Ripamonti o viale Ortles, che erano “cosa loro”. Un diritto che veniva venduto insieme alla prostituta in caso di passaggio a un’altra scuderia.

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