Calcioscommesse, chiusa inchiesta: Conte accusato di frode sportiva

di Redazione

Cremona – È di frode sportiva l’accusa mossa al ct della Nazionale Antonio Conte nell’avviso di chiusura delle indagini della Procura di Cremona – procuratore capo Roberto Di Martino – per fatti del periodo in cui Conte era allenatore del Siena. Cade quindi l’associazione a delinquere, ipotesi di reato con cui era stato inizialmente iscritto nel registro degli indagati.

La Procura di Cremona sta notificando in queste ore l’avviso di chiusura delle indagini, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, per 130 indagati tra calciatori, ex giocatori e dirigenti nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse.

A molti è contestata l’associazione a delinquere, tra gli altri, al giocatore della Lazio Stefano Mauri, all’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e all’ex attaccante della Nazionale Beppe Signori. Archiviazione invece per Bonucci e Criscito. Il processo dovrebbe cominciare in autunno.

Furono 19 gli arresti eseguiti nel maggio 2012. Tra questi due calciatori di serie A: Stefano Mauri, capitano della Lazio, e Omar Milanetto del Padova, in passato in forza al Genoa. L’accusa è associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. E, ancora, il portiere del Bellinzona (campionato svizzero), Matteo Gritti, arrestato dalla polizia a San Benedetto del Tronto, dove trascorreva un periodo di vacanza. Perquisita anche l’abitazione dell’attaccante dell’Ascoli Andrea Soncin, in relazione a presunti illeciti commessi nello scorso campionato, quando militava nel Grosseto.

Coinvolti anche due i giocatori della Nazionale Domenico Criscito, e Leonardo Bonucci. L’attenzione su quest’ultimo è stata focalizzata dalle dichiarazioni rese dal giocatore dell’Atalanta Andrea Masiello, suo compagno a Bari. Interrogato nel marzo scorso su sua richiesta, Masiello raccontò della richiesta fatta da un ristoratore di Bari, che auspicava in funzione di una scommessa, la realizzazione di tre reti. “Le dichiarazioni di Masiello – scrive il gip – indicano altri giocatori corrotti della sua compagine anche in stagioni precedenti tra cui Bonucci”.

Iscritto nel registro degli indagati anche l’ex giocatore Christian Vieri. Il suo nome era stato fatto in relazione alla partita Inter-Lecce del 20 marzo 2011 nel corso di una telefonata tra Antonio Bellavista e Ivan Tisci. Il giorno dopo l’incontro Tisci riferiva a Bellavista “di essersi recato a Milano e di aver appreso dai giocatori, ai quali si era unito Bobo Vieri, che la squadra dell’Inter aveva fatto dei danni in quanto tutti avevano scommesso sull’over per la notizia che si era sparsa in giro”, mentre l’incontro era terminato 1-0 per i nerazzurri perché, continua Tisci, “dall’altra parte, e cioè dalla parte del Lecce – si legge ancora – avevano voluto giocare e solo l’ultimo quarto d’ora si erano messi d’accordo”. L’ex calciatoreha sempre ribadito “la propria assoluta estraneità in relazione al caso calcioscommesse”.

Per quanto riguarda Conte, secondo le accuse, i calciatori coinvolti erano disponibili, i fatti contestati non riguardano la Juventus ma risalgono al periodo in cui Conte allenava il Siena e in particolare per la presunta combine della trasferta con il Novara giocata il 30 aprile 2011. A coinvolgerlo nell’indagine sarebbe stato il suo ex calciatore Filippo Carobbio nel corso dell’audizione alla Procura federale della Federcalcio, durante la quale aveva spiegato di aver saputo da Conte “che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio”.

Anche il presidente del Siena Massimo Mezzaroma sarebbe indagato e gli sono state perquisite le abitazioni (sotto inchiesta per 7/8 partite quando era in B). A chiamare in causa il presidente dei bianconeri è stato Carlo Gervasoni che agli inquirenti ha raccontati di aver saputo tramite il gruppo degli “Zingari” che Mezzaroma avrebbe pagato due giocatori di un’altra squadra.

Agli atti dell’indagine di Cremona vi è anche il resoconto di un summit in un ristorante genovese, il 10 maggio 2011, nei giorni precedenti la partita Lazio-Genova a cui parteciparono Giuseppe Sculli e Domenico Criscito, un pregiudicato bosniaco e due dei maggiori esponenti degli ultrà del Genova. L’incontro è stato documentato dagli agenti della polizia che hanno condotto le indagini. Su mandato della procura di Cremona la squadra mobile della Questura di Aosta perquisì l’abitazione di Fenis di Sergio Pellissier, attaccante del Chievo coinvolto nell’inchiesta. Analoga ispezione nella casa di Verona del giocatore.

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