Macrico, ancora dubbi sul futuro dell’area

di Gabriella Ronza

Caserta – A meno di un chilometro dalla Reggia, c’è un parco nascosto alla città da un muro di cinta. Si tratta dell’area dell’ex Macrico (Magazzino centrale ricambi mezzi corazzati), dismessa dal ministero della Difesa e attualmente di proprietà dell’Idsc (Istituto diocesano per il sostentamento del clero). L’area in questione, che consta di 33 ettari, appartiene alla Chiesa fin dal XVII secolo.

I cittadini organizzati nel “Comitato Macrico Verde” vogliono trasformare la zona in un vasto e attrezzato parco urbano grazie anche ad un progetto di realizzazione di un orto botanico in collaborazione con l’Università.

Maria Carmela Caiola, portavoce del Comitato e presidente di Italia Nostra, afferma che: “L’obiettivo principale che si è posto il Comitato è stato quello di impedire che nell’area fossero costruite residenze”. Al sodalizio aderiscono 40 associazioni, dal Wwf all’Azione Cattolica ai centri sociali, oltre ai singoli cittadini.

Nel 2001 il Comitato diede il via ad una raccolta di firme sulla proposta di destinazione dell’area a verde pubblico. L’iniziativa raggiunse oltre 10 mila adesioni. Il documento con le firme fu quindi consegnato all’allora presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, al Prefetto, al sindaco di Caserta e all’Idsc.

Oltre all’orto, il progetto includerebbe: il Festival internazionale dei giardini, un’area sportiva, un museo di arte contemporanea e uno spazio espositivo dei prodotti tipici del territorio. Tutte le strutture sarebbero state sistemate recuperando gli edifici già esistenti all’interno dell’area.

Nel 2013, l’attuale sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio, aveva annunciato di voler realizzare nell’area laC”ittà dello Spazio”, sull’onda di un modello realizzato a Tolosa, in Francia. Obiettivo del primo cittadino quello di “creare progetti che creino posti di lavoro e che portino visitatori”.

Secondo il progetto comunale, si dovrebbe costruire un parco dove stabilire uffici e centri di ricerca, un auditorium, alberghi, strutture ricreative e, soprattutto, astronavi dimostrative.

Il Comitato si oppone adducendo come motivazioni la non pertinenza rispetto al tessuto urbanistico di Caserta e la mancanza di un fine sociale.

Nell’aprile 2014 la Giunta comunale torna a deliberare a proposito di Macrico, orientandosi apparentemente verso la soluzione proposta dal Comitato, che però solleva alcuni punti critici. Il sindaco dichiara che, in effetti, il progetto del Comitato non è sostenibile. Il Comitato ribatte affermando che l’acquisizione dell’area potrebbe avvenire attraverso l’esproprio.

La sentenza giuridica del novembre 2014 definisce il Macrico come area di “interesse particolarmente rilevante”, mettendolo al riparo da nuove edificazioni.

Intanto, l’area è ancora di proprietà dell’istituto diocesano. A tal proposito, l’attivista del Comitato Sergio Tanzarella ha commentato: “[…]C’è un contrasto tra un ente, la chiesa, che giustifica la proprietà privata solo nel caso in cui abbia un fine sociale e l’Istituto che opera per la pura redditività”.

“Oggi – conclude Vincenzo Fiano, del centro sociale cittadino ex Canapificio – la vertenza sul Macrico rappresenta il baricentro della lotta per la riappropriazione degli spazi”.

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