Incontro Comune-Asi, il giudizio di Mario Masi: “Che delusione!”

di Redazione

Carinaro L’Asi come volano di sviluppo. Era questo in buona sostanza il motivo ispiratore dell’incontro pubblico che l’amministrazione di Carinaro ha avuto con Asi ed Imprenditori giovedì scorso nella sala consiliare del Comune ed al quale ho partecipato anch’io, spinto dalla “dannata” passione per i temi che riguardano lo sviluppo del paese. 

L’ impressione che ne ho ricavato – lungi da me qualsiasi intendimento polemico – è stata di grande delusione, non essendo emerso alcun elemento che induca a guardare con ottimismo al futuro dei nostri disoccupati. Mi sembrano perciò fuori luogo gli entusiastici commenti che i nostri amministratori fanno sull’esito dell’incontro. 

Provo ad elencarne le ragioni. 

Scarso è stato il numero degli industriali presenti all’incontro, snobbato dalla gran parte di quelli che operano sul nostro territorio, soprattutto da quelli più importanti. Due soltanto quelli che hanno chiesto di parlare, facendo peraltro interventi generici e lamentosi, ma guardandosi bene dal far cenno alle loro responsabilità in ordine agli altissimi livelli di disoccupazione che si registrano a Carinaro, un paese nel quale, dato il grande numero di fabbriche insediate, si dovrebbe registrare la piena occupazione. 

Deludente il contributo della signora Pignetti, neo presidente dell’Asi, la quale si è limitata ad evidenziare la pesante eredità debitoria avuta dalle precedenti gestioni, ad annunciare prossimi interventi migliorativi sulle strade dell’agglomerato (il cui merito, ad onor del vero, va tutto ascritto alla precedente gestione) ed infine a dare la sua disponibilità ad ascoltare le future istanze che verranno dal territorio, quelle degli imprenditori e quelle delle Istituzioni. Nessuna parola spesa sulla ipotesi di un nuovo progetto strategico per lo sviluppo industriale del territorio dal quale possano scaturire più feconde prospettive occupazionali per i giovani di Carinaro. 

Privo di qualsiasi respiro istituzionale, infine, l’intervento dell’Amministrazione di Carinaro, che si è limitata a chiedere di voler essere considerata “interlocutore di rispetto”, a dichiarare di non voler elemosinare posti di lavoro e di auspicare l’ingresso di nuove aziende rispettose dell’ambiente,  visto che sul territorio, di aziende a rischio ambientale, ve ne sono già tante.

Finalmente c’è chi comincia a prendere atto del grave pericolo che corriamo, anche se nei mesi passati non ha fatto nulla  per impedire che la situazione peggiorasse. 

Con grande enfasi, invece, è stato dato il battesimo al “Portale Lavoro”, pubblicizzato come una miracolosa medicina per alleviare il male della disoccupazione. Silenzio assoluto sulla ricerca delle cause della grande disoccupazione di Carinaro e sulle connesse responsabilità della classe imprenditoriale presente nel nostro territorio e soprattutto nessuna indicazione sulle politiche del lavoro da mettere in campo per porvi rimedio. Tutto è affidato alle potenzialità salvifiche del “Portale Lavoro”. 

E’ veramente sorprendente che vi sia ancora chi si illude di combattere in futuro la disoccupazione di Carinaro con l’impegno, sottoscritto dai pochi imprenditori, a consultare per l’avvenire le disponibilità presenti nel Portale di Carinaro! 

C’è persino chi dimentica che tanti imprenditori, alcuni dei quali erano presenti in sala, negli anni passati non hanno tenuto fede all’impegno, da loro sottoscritto, ad assumere i figli dei coloni e dei proprietari espropriati, nonostante la collaborazione offerta dall’amministrazione Affinito per ottenere il vantaggio di una espropriazione senza resistenza e a prezzi stracciati! 

Era un dato, questo, che i vecchi amministratori, almeno quelli che attualmente sono presenti nella nuova compagine, conoscevano a memoria. Ci fosse stato qualcuno di essi che avesse avuto il coraggio di rinfacciare agli industriali presenti in sala le loro antiche inadempienze! 

L’insediamento del Consorzio ‘Unica’ e quello più clamoroso dell’‘Impreco’, i cui relitti cementizi si ergono come spettri desolanti nell’area Asi, testimoni non solo di un diffuso malaffare, ma anche del fallimento di una strategia industriale, sono solo serviti a distruggere una enorme e preziosa fetta del nostro territorio, senza apportare alcun beneficio occupazionale per i carinaresi e senza neppure contribuire a far emergere il lavoro nero. 

Sono proprio queste vicende a doverci indurre ad invertire completamente la rotta. Innanzi tutto dobbiamo impedire, non a chiacchiere ma con ogni forza e con atti concreti, l’ingresso sul territorio di nuove industrie a rischio ambientale. Dobbiamo inoltre opporci all’insediamento di fabbriche già esistenti altrove e che, per effetto del trasferimento, portano appresso macchinari, impiegati ed operai, senza apportare alcun beneficio alla occupazione locale. 

Per ottenere questi risultati, è indispensabile che cambi il ruolo del Comune nella programmazione dello sviluppo industriale. Il Comune, in quanto arbitro dei destini del suo territorio, deve poter dire preventivamente ed in modo vincolante se vuole o meno l’ingresso di una nuova azienda sul proprio territorio. 

Da alcuni anni, insieme agli amministratori delle mie esperienze di governo, sostenevo questa posizione. Lo testimoniano gli atti deliberativi adottati in quegli anni, le posizioni ufficiali da me sostenute in tutti i momenti di confronto politico-sociale con i livelli provinciali e con le stesse aziende con cui mi misuravo. 

Lo testimoniano addirittura li stessi protocolli di intesa firmati con l’Asi; protocolli che il consorzio, pur avendoli sottoscritti, di fatto non ha mai voluto rispettare, con la scusa che la legge regionale non lo consentiva. Sono certo, invece, che l’Asi teneva quell’atteggiamento soltanto per non perdere le sue posizioni di potere all’interno delle vicende industriali che interessavano l’ambito di Aversa Nord. 

Ed allora, cosa bisognerebbe fare oggi perché il Comune recuperi quel ruolo attivo che gli compete nelle scelte industriali? 

Occorre insistere in questa direzione, unendo le Istituzioni locali interessate, compresa quella di Gricignano, che da tempo si è sfilata dal Consorzio, le forze politiche ed i cittadini, al fine di   pretendere dai futuri consiglieri regionali la modifica della legge istitutiva dei Consorzi Asi e di quella sugli assetti urbanistici dei territori, riconoscendo il ruolo determinante dei Comuni nell’ambito delle scelte di politica industriale. 

Nell’attesa, bisogna opporsi a qualsiasi ipotesi di allargamento del territorio industriale di Carinaro nell’ambito del nuovo Piano che il Consorzio vuole adottare. 

Senza aver recuperato la certezza normativa sul preventivo e vincolante ruolo del Comune, cessioni di nuove aree non se ne devono fare!

Diversamente, saremo sempre destinati a subire scelte prese altrove e costretti a vedere sempre piu` ingrossare le liste dei nostri disoccupati. Lo stesso Portale sarebbe condannato a diventare un oggetto di arredo, da appendere all’Albo Pretorio comunale. 

Ed anche il nuovo cda eletto nell’Asi, pur avendo al suo interno politici dall’area aversana, finirebbe col fare, in favore dei nostri disoccupati, quello che hanno fatto i predecessori, ossia niente!

Mario Masi

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