Telefonate di minacce a Lombardo e Gratteri: individuato autore

di Redazione

Reggio Calabria – E’ stato individuato l’autore delle telefonate anonime con minacce di morte nei confronti di magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Si tratta di Francesco Gennaro Triolo, 47 anni, di Reggio Calabria, secondo gli inquirenti in contatto con soggetti contigui alle locali cosche di ‘ndrangheta.

A portare avanti le indagini sono stati i militari della Guardia di finanza che, nel corso della notte, hanno effettuato varie perquisizioni.

Le minacce sono state rivolte, ripetutamente, al sostituto procuratore Giuseppe Lombardo e, nello stesso contesto, al procuratore aggiunto Nicola Gratteri, entrambi della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

Triolo, nel periodo tra novembre 2014 e gennaio 2015, ha effettuato 10 telefonate, tutte di breve durata, nella quali annunciava gravissime azioni minatorie ai danni dei magistrati reggini utilizzando frasi intimidatorie come: “E’ pronta la festa per il giudice Lombardo al parco Caserta”, “Siamo pronti ad uccidere il giudice Lombardo”, “Uccideremo il giudice Lombardo”, “Uccideremo il giudice Lombardo al parco Caserta”, “C’è una bomba al parco Caserta per il giudice Lombardo”, “Siamo pronti ad uccidere il giudice Gratteri”. Inoltre, in una successiva telefonata, Triolosi dimostrava di essere a conoscenza, in tempo reale, anche di particolari afferenti all’attività e ai movimenti del Giudice, dicendo: “Ore 20.37 il giudice Lombardo è tornato a cosa”.

Attraverso gli incroci dei dati raccolti, l’attività di polizia giudiziaria eseguita dai finanzieri di Reggio Calabria ha consentito di ricostruire tutti i vari percorsi di Triolo e di localizzare le cabine telefoniche – dalle quali sono partite le telefonate – site in Viale Calabria, in Via 25 Luglio e in Piazza Garibaldi.

I provvedimenti sono stati disposti dal Procuratore Capo Vincenzo Antonio Lombardo e dal sostituto Procuratore Paolo Petrolo. Le indagini, iniziate nel mese di novembre e coordinate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, hanno permesso, grazie ad accurati appostamenti e riscontri, di identificare chi ha effettuato, da diverse cabine telefoniche pubbliche, una serie di telefonate anonime, rivolte ai numeri di pubblica utilità 117 e 112, con cui sono state indirizzate, anonimamente, esplicite minacce di morte ai due magistrati, fortemente impegnati, con delicate indagini, nel contrasto alle più potenti cosche di ‘ndrangheta.

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