Berlino, “50 sfumature di grigio” pronto a infiammare il red carpet

di Gaetano Bencivenga

Berlino – Sarà proprio la proiezione in anteprima del film scandalo “50 sfumature di grigio” a caratterizzare la 65esima edizione del Festival del Cinema di Berlino, in programma nella capitale teutonica dal 5 al 15 febbraio prossimi.

La pellicola, diretta da Sam Taylor-Jones e interpretato dall’emergente Jamie Dornan e dalla figlia d’arte Dakota Johnson nei rispettivi ruoli di Mr Grey e Anastasia Steele, è l’adattamento cinematografico della famigerata saga erotica opera della misteriosa scrittrice britannica E. L. James. Inutile dire che l’attesa è a mille visto il successo planetario dei libri e i tanti gossip trapelati dal set.

Ogni particolare sarà, quindi, svelato la sera dell’11 febbraio, il giorno prima dell’uscita nelle sale, quando un evento speciale festeggerà tutti i protagonisti di quello che potrebbe diventare uno dei più clamorosi flop della storia della Settima Arte oppure un blockbuster di prim’ordine.

Passando, ora, alle opere di maggior rigore e interesse, possiamo anticipare che la giuria internazionale, diretta dal cineasta statunitense Darren Aronofsky, Leone d’Oro a Venezia per l’indimenticabile “The Wrestler” con il “bad guy” Mickey Rourke, verrà chiamata a visionare 19 lungometraggi in concorso per l’Orso d’Oro provenienti dalle più disparate  parti del globo, inclusi gli immancabili, alla Berlinale soprattutto, orientali di Cina e Giappone.

 Tra i titoli di maggior richiamo spiccano, senza dubbio, le ultime fatiche dell’americano  Terrence Malick, già trionfatore a Berlino nel 1999 grazie al capolavoro “La sottile linea rossa” e annunciato in grande spolvero con il suo “Knight of Cups” , il tedesco Werner Herzog, impegnato nella produzione a stelle e strisce “Queen of the Desert” interpretato dalla diva Nicole Kidman, e  l’inglese Peter Greenaway, ricorso a una produzione multinazionale per realizzare lo sperimentale “Einstein in Guanajauato”.

A questi si aggiungono l’iraniano Jafar Panahi, finalmente rilasciato dalla prigionia alla quale era stato condannato in patria e contro cui si era mosso l’universo della cultura al completo, che accompagnerà l’attesto “Taxi”, e la spagnola Isabel Coixet, che avrà l’onore dell’inaugurazione ufficiale con il suo “Nobody Wants the Night”.

I nostri colori saranno difesi dall’opera prima di Laura Bispuri “Vergine giurata”, tratta dal romanzo omonimo di Elvira Dones (2007) e girato tra Bolzano e l’Albania per narrare la vita di Hana (Alba Rohrwacher), cresciuta tra le ataviche montagne albanesi e costretta a fingersi uomo e a rinunciare alla propria sessualità pur di vedersi riconosciute le libertà essenziali di un essere umano.

Nella sezione “Gala”, invece, il maestro Ermanno Olmi porterà l’apprezzato “Torneranno i prati”, storia di trincea all’alba della Caporetto del 1917. Meritato premio alla carriera alla gloria nazionale Wim Wenders, che approfitterà dell’occasione per introdurre il suo più recente lavoro “Everything Will Be Fine”.  L’ultima vittoria italiana risale a tre anni orsono grazie a “Cesare deve morire” dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani.

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