Schettino: “Dell’inchino non avvisai la Costa, ma si era sempre fatto”

di Redazione

 Firenze. “L’avvicinamento all’isola favorisce l’aspetto commerciale” anche per questo venne deciso di accostare la Concordia all’isola del Giglio.

Così una delle prime risposte date da Francesco Schettino al pm Alessandro Leopizzi, che ha aperto l’esame dell’imputato partendo da come venne deciso e gestito l’avvicinamento al Giglio deviando dalla rotta formalmente comunicata alla compagnia.

A un’altra domanda se Costa fu informata del mutamento di rotta, Schettino ha detto che “nelle varie probabilità la navigazione sotto costa si è sempre effettuata” e “il comandante della nave ha la facoltà di tracciare la rotta ma non ha nessun obbligo di informare l’armatore”.

“In questo caso – ha continuato Schettino – non essendo pianificata la navigazione turistica”, come potrebbe essere in un golfo magari prevedendo anche una sosta, “ma trattandosi di un’accostata, non ho avvisato nessuno”.

Schettino ha anche ricordato che i contatti con il comandante in pensione Mario Palombo, che spesso soggiorna sull’isola, e la richiesta del maitre Antonello Tievoli lo indussero a decidere per l’avvicinamento al Giglio: “Considerato anche l’aspetto commerciale volevo prendere tre piccioni con una fava”, cioè fare un piacere a Tievoli, “omaggiare l’isola e Palombo” e dare un valore aggiunto all’aspetto commerciale della crociera.

In precedenza, ha detto Schettino, “un paio di volte ho fatto un passaggio ravvicinato al Giglio”, quanto alla rotta ha ammesso di averla approvata e di aver visto la carta nautica su cui era tracciata.

“Non l’ho fatto per fare un favore alla Cemortan”, ha poi sottolineato Schettino, negando che il motivo dell’avvicinamento al Giglio fosse per fare colpo sulla hostess e ballerina moldava Domnica Cemortan.

Schettino ha confermato che al momento dell’impatto la moldava era in plancia di comando insieme al maitre Tievoli – a cui invece volle fare il favore della manovra sotto l’isola -, a Ciro Onorato e altri. In generale, secondo Schettino, nelle crociere può capitare che gruppi di passeggeri siano ospitati in plancia di comando per osservare la navigazione e le operazioni di governo della nave.

“Al massimo è ammessa una dozzina di passeggeri per volta” e “mai nelle navigazioni sotto costa”, ha spiegato, dicendo di ricordare che la direzione commerciale per queste esperienze faceva pagare 50-60 euro e che è usuale organizzare le visite in plancia nelle crociere in Norvegia dove i passeggeri non escono all’esterno.

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