La madre di Loris fermata per omicidio: “Non l’ho ucciso”

di Redazione

 Ragusa. Dopo otto ore di interrogatorio la procura di Ragusa ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di Veronica Stival, la mamma del piccolo Loris.

L’accusa è di omicidio volontario, aggravato dal legame di parentela, e occultamento di cadavere. Sarebbe stata lei, da sola, secondo gli inquirenti, a uccidere con una fascetta da elettricista stretta attorno al collo il figlio di 8 anni la mattina di sabato 29 novembre. E sarebbe stata sempre lei a gettare il corpicino nel canalone in contrada Mulino Vecchio, a meno di due chilometri di distanza dal centro di Santa Croce Camerina.

Dopo l’interrogatorio Veronica Panarello ha lasciato la Procura di Ragusa ed è stata accompagnata in Questura dove ha trascorso la notte in attesa di essere interrogata nuovamente dai pm. “Non l’ho ucciso io, lui era il mio bambino” ha spiegato ai magistrati della Procura di Ragusa. Con lei il marito che si è limitato a dire: “Se è stata lei, mi cade il mondo”.

La donna ha ricostruito parte della sua vita e respinto tutte le contestazioni fattele dai pm. Sarà sentita nuovamente martedì, alle 10.30, nella Questura di Ragusa, poi la parola passerà al gip che dovrà convalidare il fermo e, se ritiene, emettere una misura cautelare. Nel caso della mamma del piccolo Loris, sembra scontato, data la gravità dei reati contestati (l’omicidio volontario aggravato è punito con l’ergastolo), che il pm chiederà la custodia cautelare in carcere. Ricevuta la richiesta, il giudice avrà altre 48 ore per fissare l’udienza di convalida.

Dopo nove giorni d’indagini serrate è arrivata la svolta. “Procederemo per cerchi concentrici, cercando di avvicinarci sempre più all’ultimo cerchio” aveva detto quattro giorni fa il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia. E così hanno fatto gli investigatori e i magistrati, che ritengono ormai di avere a disposizione tutti gli elementi a sostegno della loro ipotesi.

Nelle ultime 48 ore, infatti, si è lavorato per mettere in fila proprio questi elementi e poterli così contestare alla donna, il cui racconto è andato a sbattere con le verifiche e i riscontri fatti da polizia e carabinieri.Perché, ad esempio, Veronica ha detto che quella mattina Loris è andato a scuola quando invece una telecamera riprende il piccolo tornare a casa? Perché ha detto di essere arrivata con l’auto nei pressi della Falcone e Borsellino quando invece ben 4 telecamere non “vedono” la Polo nera passare nell’orario indicato? E cosa è successo davvero in quei 36 minuti in cui è rimasta sola con Loris nell’appartamento di via Garibaldi? Ed infine, cosa ha fatto nei 6 minuti che ha `perso´ nei pressi della strada che porta al Mulino Vecchio? Tutte domande a cui la donna dovrà dare delle risposte. A partire già dalla mattinata, quando, dopo una notte in questura a Ragusa, tornerà di nuovo davanti al procuratore Carmelo Petralia e al sostituto Marco Roda.

Per ora la donna non ha ammesso alcun ruolo nell’omicidio del figlio. Ha continuato a ribadire di essere uscita di casa e di aver portato il figlio a scuola. Dura, granitica, senza una sbavatura. “Questi sono omicidi che non si confessano”, dice uno di quelli che ha partecipato all’interrogatorio. “La signora – ha sottolineato il suo avvocato Francesco Villardita al termine dell’interrogatorio – è indagata ma non è colpevole”. Avrà tempo di fornire tutte le risposte, Veronica. A cominciare da una spiegazione plausibile alla questione delle fascette, un aspetto che molti non escludono possa essere una sorta di messaggio che la donna abbia voluto mandare.

Quando le due maestre di Loris si sono presentate a casa della famiglia Stival per fare le condoglianze, lunedì scorso, Veronica ha infatti dato loro un mazzo di fascette di plastica, di quelle da elettricista, dicendo che il piccolo le aveva detto che sarebbero servite per dei lavoretti a scuola. Sorprese, entrambe le maestre hanno spiegato di non aver mai chiesto ai bambini di portare oggetti così pericolosi in classe. Ma le fascette che Veronica ha consegnato sono compatibili con quelle con cui è stato ucciso e legato il piccolo Loris, morto tra le 9 e le 10.30, un orario compatibile con quei 36 minuti in cui i due sarebbero rimasti soli in casa. Per la procura è la mezz’ora in cui Loris viene ucciso. Poi Veronica lo avrebbe caricato in auto, passando dal garage, e lo avrebbe portato nel canalone a Mulino Vecchio.

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