Benigni, dieci milioni di telespettatori per i “Dieci Comandamenti”

di Gabriella Ronza

 Non finisce mai di sorprendere e, soprattutto, incantare il noto attore e comico Roberto Benigni, indimenticabile vincitore di ben due premi Oscar per “La vita è bella”.

Il 16 e 17 dicembre in prima serata su Rai 1 ha recitato e analizzato magistralmente le parole bibliche più celebri al mondo: quelle dei “Dieci comandamenti”.

L’attore non è sconosciuto ai palinsesti Rai per l’interpretazione di numerosi scritti: famosi sono stati i suoi interventi a livello letterario, per la “Divina Commedia”, tanto che fu candidato al premio Nobel per la letteratura nel 2007; a livello artistico, per l’Inno di Mameli; a livello giuridico, leggendo la nostra Costituzione e, infine, proprio con l’argomento più alto e contestato di tutti: la religione.

Anche questa volta, l’artista non ha deluso le aspettative. Il suo lungo monologo è dipartito dai Comandamenti, ma ha toccato, talvolta con leggerezza, talvolta con profonda riflessione, innumerevoli argomenti filosofici, religiosi ed etici.

Con il suo stile scanzonato e dalla battuta facile, ma mai volgare, Benigni riesce ad affascinare non solo le menti dei credenti, ma perfino quelle dei più convinti atei. Il suo intento, tanto che ironicamente già da principio afferma “Io vorrei che quando uscirete da qua direte: è stato bellissimo, ma non ho capito niente”, non è quello di convincere dell’esistenza di Dio, ma di porre riflessioni tutte umane su principi e valori estremamente attuali.

Non mancano, tuttavia, anche in questo contesto spirituale, battute sulla situazione politica italiana: di fronte ai fatti di “Mafia capitale”, Benigni afferma di voler parlare della “Bibbia e non di Rebibbia” e, rimarrà nella memoria, la battuta sul settimo comandamento: “Non rubare? Sembra proprio che Dio l’abbia scritto in italiano”.

La sua genialità arguta si denota, soprattutto, nella parte finale dello show. Benigni non termina con una frase epica, altisonante o appunto estremamente religiosa: osanna semplicemente la vita in quanto tale.

Le ultime parole, infatti, riprendono i versi laici del poeta statunitense Walt Whitman: Che vi è di nuovo in tutto questo, oh me, oh vita! Risposta: Che tu sei qui, che la vita esiste e l’identità, che il potente spettacolo continui, e che tu puoi contribuire con un verso.

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