Saccheggiato il centro sportivo di Via Falciano

di Antonio Taglialatela

Gricignano. Anche i predatori ormai approfittano delle lungaggini burocratiche. L’altra notte ignoti hanno rubato tutto quello che c’era da rubare nel complesso sportivo di via Falciano, che ospita piscina, palestra e stadio comunali.

Una struttura prima fiore all’occhiello della comunità di Gricignano, poi chiusa al pubblicosu decisione unilateraledel gestore nel dicembre dello scorso anno.

Nella tarda serata di ieri il nuovo, stavolta ancor più drammatico, capitolo. Qualcuno si è accorto che i cancelli della recinzione esterna erano aperti ed ha allertato le forze dell’ordine e l’amministrazione comunale.

Una volta all’interno non si è potuto far altro che riscontrare la razzia perpetrata: prelevati climatizzatori, pompe idrauliche, chiusini, porte, sanitari, addirittura il bancone della reception fino ad attrezzature e oggetti del minimo valore. Sul posto i carabinieri della locale stazione per i rilievi e la quantificazione dei danni.

Un disastro, insomma. Una pugnalata inferta a tutta la popolazione. Come se non fosse già abbastanza il degrado totale in cui il centro versava da un anno. Era il 27 dicembre del 2013 quando i vigili del fuoco del comando provinciale di Caserta dichiararono lo stato di inagibilità – per infiltrazioni d’acqua – dei bagni e degli spogliatoi dell’edificio ma non dell’intera struttura. A seguito dei controlli effettuati su richiesta del gestore, responsabile dell’associazione “La Bottega”, quest’ultimo ritenne opportuno apporre i lucchetti ai cancelli d’ingresso, decretandone formalmente la chiusura. Il tutto avvenne in modo unilaterale, senza che il proprietario, cioè l’amministrazione comunale, lo ritenesse necessario.

Lo scorso luglio ci fu un sopralluogo dei tecnici comunali, accompagnati dagli agenti della Polizia municipale e il legale nominato dal Comune, e di una rappresentanza del gestore. Il controllo seguì quello già tenuto dall’amministrazione qualche mese prima e, come allora, si ritenne che la struttura non doveva essere totalmente chiusa e che l’errore di fondo era stato commesso dal gestore, il quale non aveva segnalato al Comune le infiltrazioni d’acqua.

Intanto, l’ufficio tecnico continua a incontrare non poche difficoltà, in quanto, alla base, manca il contratto.La precedente amministrazione comunale, infatti,prima del commissariamento, affidò all’aggiudicatario la struttura sotto riserva di legge, non provvedendo successivamente alla stipula effettiva del relativo contratto. Nemmeno nei due anni e mezzo di commissione straordinaria l’atto è stato portato a termine. Ed oggi è proprio la mancanza di quel contratto che allunga i tempi del contenzioso in atto con il gestore e l’assegnazione di un nuovo affidamento per riaprire la struttura. E, nel frattempo, gli sciacalli ci sguazzano.

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