Quota rosa in Giunta: scontro tra Pagano e Luongo

di Redazione

  Casaluce. Botta e risposta tra maggioranza e opposizione sulla questione della parità di genere in Giunta.

“Mi spiace ancora ricordare all’opposizione che per avere qualche informazione servirebbe semplicemente partecipare ai consigli comunali. In questo modo il gruppo di Vivi Casaluce potrebbe evitare di fare figuracce”.

Usa queste parole il sindaco di Casaluce Nazzaro Pagano per rispondere alla richiesta della minoranza di soddisfare la quota del 40% delle quote rosa in giunta. “Qualora avessero partecipato all’ultima Assise – dice il primo cittadino – avrebbero ascoltato le dichiarazioni delle consigliere Emiliana Di Martino, Antonietta Esposito, Carmela Incertopadre e Maria Simona Santagata che hanno dato la loro disponibilità ad entrare nell’esecutivo. Per questo motivo nei prossimi giorni nominerò un assessore donna e sarà rispettata la quota rosa della giunta. Vorrei però sapere perché se erano così sicuri di avere ragione perché gli esponenti del gruppo che nell’ultima tornata elettorale ha perso le elezioni non ha presentato un ricorso al Tar. La minoranza parla di illegittimità senza probabilmente nemmeno conoscere il significato della parola. Qualora qualcuno abbia prove di una legalità violata nel Comune di Casaluce, e questo ovviamente è riferito a tutti i componenti del Consiglio, anche a quelli di maggioranza, ha il diritto di denunciare alle autorità competenti. Sono stanco di chiacchiere inutili e futili da parte di persone che si stanno dimostrando, giorno dopo giorno, non all’altezza del ruolo che ricoprono. La minoranza deve parlare carte alla mano ed essere credibile alle persone che l’hanno votata”.

Pagano sfodera anche la nota della presidente del Consiglio dei Ministri, dipartimento della Funzione pubblica, giunta in Municipio, con la quale si chiarisce che “il sindaco deve dare conto, per motivi obiettivi, di essere stato impossibilitato a garantire l’effettiva parità di generi, ossia la presenza di un numero di donne tendenzialmente pari a quello degli uomini della giunta”.

E questi ‘motivi’ sono arrivati dalle “dichiarazioni delle donne che fanno parte della mia maggioranza della non disponibilità allo svolgimento delle funzioni assessorili per motivi personali. Ora che invece sono pronte ad entrare in giunta sarò felice di garantire il numero adeguato di donne nel mio esecutivo”.

E non si fa attendere la replica del leader del Movimento “Vivi Casaluce” Francesco Luongo. “Il goffo e grottesco tentativo di gettare fumo negli occhi con dichiarazioni confuse non cambierà la realtà dei fatti, non affievolirà la nostra piccola grande soddisfazione e ahimè non riuscirà a porre rimedio alla figuraccia di questo sindaco sempre più Pinocchio!”.

“Se bisogna parlare con carte alla mano, come è giusto che sia, si cominciasse dalla lettura del testo della legge che fino a qualche giorno fa è stata allegramente ignorata, ossia quella che impone al sindaco di costituire la giunta in modo legittimo in occasione del primo consiglio comunale da tenere un mese dopo le elezioni”. “Ad oggi, invece, sono trascorsi da quella data ben sei mesi!! Il sindaco si è concesso arbitrariamente una bella dilazione! Forse ha voluto fare le cose con calma oppure ha dovuto placare gli animi di qualche maschietto…eh vabbè!”.

“La coincidenza ancora più curiosa è che le donne della maggioranza hanno finalmente trovato il coraggio di fornire la loro gentilissima disponibilità proprio dopo la lettera inviata dalla funzione pubblica e che è stata, tra le altre cose, palesemente nascosta per tutto questo tempo al gruppo di minoranza!”.

“Ma che figura di m…., avrebbe detto Emilio Fede. L’esperienza a questa amministrazione non insegna proprio nulla. Non hanno ancora capito che la verità viene sempre a galla, a volte ci vuole tempo, forse troppo ma alla fine viene a galla. Evidentemente è più importante arricchire ulteriormente la collezione di abusi e soprusi che hanno avviato con dedizione e zelo all’incirca 6 anni fa”.

“In merito al ricorso al Tar, giova ricordare, non fu presentato perché Pinocchio affermò in Consiglio Comunale che le spese per la certa condanna non se le sarebbe accollate lui, ma come sempre i casalucesi!”. “Ci permettiamo di dare un consiglio: tacete che fata più bella figura!”.

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