Costanzo: “Apporti alla pittura napoletana del Cinquecento”

di Redazione

 Marcianise. “Questo libro rappresenta un’occasione per offrire una preziosa sottolineatura dello scenario pittorico del secolo XVI a Napoli e nelle province meridionali del Viceregno, in linea con i precedenti lavori dell’autore, il cui nucleo critico è andato via via crescendo di peso nel tempo.

Una trattazione considerevole che mette in luce, in una nuova prospettiva storiografica, cicli figurativi di straordinario valore artistico, ne amplia il raggio d’influenza e indaga gli ambienti culturali e l’organizzazione delle botteghe di grandi Maestri”.

Così è riportato nelle pagine introduttive dell’ ultimo volume dello Storico dell’arte Salvatore Costanzo “Apporti alla pittura napoletana del Cinquecento. Le tavole sacre di Marcianise” (Giannini Editore, Napoli 2014, pp. 310), frutto di una meticolosa ricerca, che sarà presentato a breve nell’auditorium del Liceo “F. Quercia” di Marcianise.

Al pari delle precedenti pubblicazioni dell’arch. Costanzo, l’opera costituisce uno straordinario “continuum” narrativo dei diversi profili trattati e rappresenta un valido strumento di lavoro su un periodo, quello dello sperimentalismo manierista, che merita ancora un’accurata capacità di indagine.

Sulla scorta di nuove acquisizioni documentarie e filologiche, è evidente che l’autore non ha voluto approntare un saggio sul recupero critico e storiografico di tutta la produzione pittorica partenopea del Cinquecento, ma agganciare il discorso, con acutezza ed efficacia, a quei percorsi di una limitata schiera di pittori come Criscuolo, Castellano, Lama, Landolfo, Hendricksz da ritenere di grande interesse critico. Il tutto coniugando le diverse esigenze della ricerca con la consolidata tradizione degli studi artistici in Terra di Lavoro, in particolare a Marcianise, attraverso un ricco apparato di confronti.

Il quadro di riferimento complessivo prende in esame una motivata selezione di Maestri attivi nella capitale del Regno. Essi bene si inseriscono nell’organizzazione dei testi per gli opportuni approfondimenti incentrati sul “figurativismo sacro” di loro allievi e nella ricerca sullo scambio dialettico di esperienze tra numerosi pittori minori regnicoli. Punto fondamentale nell’opera è il ruolo centrale del raffaellismo dei grandi pittori spagnoli a Napoli e quello dell’espansione dei modi di Polidoro da Caravaggio sul crinale della prima parte del Cinquecento; particolarmente indicativo il nuovo manierismo tosco-romano affermatosi in città per opera di Giorgio Vasari (1544-45), e più tardi grazie alla presenza di Pedro de Rubiales.

Per la ricchezza e la peculiarità delle tematiche proposte, l’indagine della produzione esaminata (dal secondo terzo-decennio del secolo in cui si affermò la “maniera moderna”, all’ultimo trentennio caratterizzato dalla pittura “devota”), è strutturata in modo da isolare concetti chiave. Accanto a rilievi del tutto nuovi, caratterizzati da un’efficace dialettica dei rapporti tra le arti napoletane e quelle marcianisane, il volume colma così il vuoto editoriale causato dalla scarsità di interesse verso un gruppo di opere locali fino a ieri ritenute “anonime” dalla letteratura artistica, sicuramente ancora poco note, e mai sfiorate dalla critica.

Il volume – che si presenta in una veste grafica pregevolissima – include nuove paternità di opere, storicizzazione di personalità poco conosciute, cambiamenti di date di importanti dipinti, attribuzioni accettate dalla maggioranza della critica. Nel contempo propone di far acquisire una maggiore consapevolezza della preziosità e fragilità dei nostri beni culturali e di far “riaccendere” la discussione sullo stato di abbandono di molti capolavori presenti sul nostro territorio.

In definitiva, oltre a propagandare e diffondere un indirizzo innovativo di cultura pittorica nell’area meridionale, il saggio del prof. Costanzo riesce a dare una attenta chiave di lettura delle sedimentazioni storiche e una moderna concezione per la conoscenza e valorizzazione di autentici capolavori dell’arte, in un rapporto simbiotico tra città e territorio.

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