Papa Francesco in visita a Strasburgo. Renzi:“Discorso straordinario e toccante”

di Stefania Arpaia

 Strasburgo. È stata una visita lampo quella di Papa Francesco a Strasburgo, che è intervenuto al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa.

Una “toccata e fuga” per Bergoglio che, dopo un volo di 4 ore, ha avuto una permanenza di altrettante ore nel capoluogo dell’Alsazia. È il viaggio pontificio più breve della storia, “una giornataccia” lo definisce il Papa con tono ironico. Accolto all’aeroporto dal vice presidente Davide Sassoli e Antonio Tajani, il pontefice si è recato al Parlamento.

Al suo arrivo, la bandiera dello Stato del Vaticano è stata innalzata accanto a quella dell’Ue dagli Eurocorps, forza multinazionale che fa capo all’Unione Europea e agisce sotto il comando e il controllo dell’Organizzazione del trattato dell’Atlantico del Nord.

“Auguro che il Parlamento Europeo sia sempre più la Sede dove ogni membro conosca e faccia sì che l’Europa, consapevole del suo passato, guardi con fiducia al futuro, per vivere con speranza il presente. Franciscus 25.11.2014”, ha scritto il Capo della Chiesa sull’albo d’onore degli ospiti illustri.

L’incontro poi con Schultz che ha donato al pontefice un libro in spagnolo sulle memorie di Jean Monnet. “Ero un libraio di professione, regalo sempre libri- ha dichiarato il presidente dell’Aula -è un esemplare unico”.

Affrontate dal Papa le tematiche di dignità, lavoro e famiglia. “I grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici. Si ricava un’impressione generale di stanchezza e di invecchiamento, di un’Europa nonna e non più fertile e vivace. Nel corso degli ultimi anni, accanto al processo di allargamento dell’Unione europea è andata crescendo la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni ritenute distanti, impegnate a stabilire regole percepite come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose”.

Parole di denuncia che rinviano al malcontento generale nei confronti della classe politica, manifestatosi negli ultimi giorni con il calo d’affluenza alle votazioni. “Si constata con rammarico – ha continuato il pontefice – un prevalere delle questioni tecniche ed economiche al centro del dibattito politico, a scapito di un autentico orientamento antropologico”.

Rivolgendosi poi agli eurodeputati ha aggiunto: “Voi siete chiamati a una missione grande benché possa sembrare inutile: prendersi cura della fragilità dei popoli e delle persone.”

Infine, concentrandosi sulla tematica della dignità, ha spiegato: “Cè uno stretto legame tra dignità’ e trascendente. La dignità è una parola chiave che ha contrassegnato la ripresa nel secondo dopoguerra. Effettivamente, quale dignità esiste quando manca la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero o di professare senza costrizione la propria fede religiosa? Quale dignità è possibile senza una cornice giuridica chiara, che limiti il dominio della forza e faccia prevalere la legge sulla tirannia del potere? Quale dignità può mai avere un uomo o una donna fatto oggetto di ogni genere di discriminazione? Quale dignità potrà mai trovare una persona che non ha il cibo o il minimo essenziale per vivere e, peggio ancora, il lavoro che lo unge di dignità?”.

Dopo aver speso parole profonde sulla famiglia, sui migranti e la necessità di accogliere chi ha bisogno, ma anche su eutanasia e aborto, si è recato al Consiglio d’Europa. Ha ribadito i medesimi concetti per evitare che “l’essere umano rischi di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare”.

Infine ha concluso il discorso con un messaggio di speranza e incoraggiamento: “Desidero indirizzare a tutti i cittadini europei un messaggio di speranza e di incoraggiamento, basato sulla fiducia che le difficoltà possano diventare promotrici potenti di unità, per vincere tutte le paure che l’Europa, insieme a tutto il mondo, sta attraversando. Speranza nel Signore che trasforma il male in bene e la morte in vita. E incoraggiamento di tornare alla ferma convinzione dei Padri fondatori dell’Unione europea, i quali desideravano un futuro basato sulla capacità di lavorare insieme per superare le divisioni e per favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continente”.

Durante la visita, il Pontefice ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, quello della Commissione Jean-Claude Juncker, quello di turno del Consiglio dell’Ue e il premier italiano Matteo Renzi, che ha dichiarato: “Un intervento profondamente condivisibile: un discorso politico, quando la politica è una cosa seria, con la p maiuscola. Un discorso straordinario e toccante. Parole di grandissimo spessore per chi crede ovviamente, ma anche per tutti i cittadini che desiderano un’Europa dei popoli e non della tecnocrazia”.

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