Torino Film Festival, edizione all’insegna dell’horror

di Gaetano Bencivenga

 “Più horror e meno fronzoli” questo è lo slogan scelto dalla neodirettrice artistica Emanuela Martini per presentare la 32esima edizione del Torino Film Festival in programma nel capoluogo piemontese dal 21 al 29 novembre prossimi.

In effetti, cosa piuttosto rara per una rassegna così importante, sarà proprio l’horror il vero protagonista della kermesse 2014, e non solo quello internazionale. Il maestro del brivido nostrano Dario Argento introdurrà al pubblico, infatti, la versione restaurata del suo capolavoro “Profondo Rosso”, datato 1975 ma ancora attualissimo e molto apprezzato anche dai giovanissimi.

Nel concorso ufficiale, poi, appare il titolo del sorprendente australiano “The Babadook” di Jennifer Kent, mentre nella sezione denominata “Festa mobile”, addirittura, abbondano le pellicole ad alto tasso di terrore: dallo straordinario americano “It Follows” di David Robert Mitchell all’intrigante irlandese “The Canal” di Ivan Kavanagh per giungere alla rivelazione lettone “M.O.Zh.” di Akik Karapetian.

Insomma, i cultori del genere paiono ampiamente accontentati, laddove gli amanti del cinema indipendente planetario non rimarranno delusi. La formula della competizione, ereditata dai precedenti illustri direttori Nanni Moretti, Gianni Amelio e Paolo Virzì, rimane inalterata: i quindici film in competizione devono, necessariamente, essere opere prime, seconde o terze e appartenere a una tipologia di produzione, sicuramente, non “mainstream”.

Per l’Italia concorrono “Frastuono” di Davide Maldi e “N-Capace” di Eleonora Danco. Quest’anno i numeri sono, davvero, imponenti. In totale 197 titoli di cui 65 lunghi, 45 anteprime mondiali, 23 anteprime internazionali, 3 anteprime europee, 70 anteprime nazionali.

Tra questi ne ricordiamo alcuni, in modo da ingolosire cinefili e non. A partire dall’ultimo Woody Allen, ritornato alla commedia in costume e, soprattutto, all’Europa in “Magic in the Moonlight”, per continuare con “Wild”, più recente fatica del canadese Jean Marc Valleé capace di stupire tutti nella passata stagione con il premiatissimo “Dallas Buyers Club”, fino ad arrivare allo svedese “Turist” di Ruben Ostlund, per il quale si sprecano grandi elogi. Ma particolarmente attese sono le due parti della trilogia “The Disapperance of Eleanor Rigby” del britannico Ned Benson, ovvero “Him” e “Her” a completamento del capitolo “Them” già passato a Cannes, interpretata magistralmente da Jessica Chastain e James MacAvoy.

La cinematografia tricolore farà la sua bella figura nelle diverse sezioni di cui la rassegna si compone. Citiamo, tra gli altri, “Prima di andare via” di Michele Placido, “Togliatti(Grad)” di Gian Piero Palombini e Federico Schiavi, “Ogni maledetto Natale” di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo e “Mirafiori Luna Park” di Stefano di Polito.

Un meritato premio alla carriera sarà consegnato nelle mani del cineasta del Regno Unito Julien Temple, autore dell’indimenticabile “Absolute Beginners” e dei primi videoclip musicali della storia, che accompagnerà, anche, la visione del suo docufilm dedicato ai Sex Pistols, mitico gruppo punk tra i Settanta e gli Ottanta, dal titolo “The Filth and the Fury” (2000).

La giuria internazionale, che assegnerà i riconoscimenti principali, capitanata dal regista turco, naturalizzato italiano, Ferzan Ozpetek, annovera tra i propri membri Carolina Crescentini, Geoff Andrew, Georgy Palfy e Debra Granik, della quale si vedrà il bel documentario “Stray Dog”.

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