Naufragio Corea del Sud: capitano condannato a 36 anni di carcere

di Stefania Arpaia

 Tokyo. Dovrà scontare 36 anni di carcere See Jun-seok, il capitano del traghetto Sewol, affondato lo scorso 14 aprile.

È questo il verdetto della corte di Gwangju, emanato lo scorso lunedì, che ha deciso di prosciogliere l’uomo dalle accuse di omicidio, evitandogli la pena di morte.

Il capitano 69enne verrà punito per negligenza, per aver abbandonato la nave, a bordo di un gommone, dopo aver ordinato al personale di far rientrare i 476 passeggeri nelle cabine, lasciandoli al loro destino. Si trattava per lo più di giovani studenti in gita scolastica. Oltre un terzo dei ragazzi ha perso la vita nelle acque sudcoreane.

Il bilancio supera le 300 vittime: 295 sono i corpi recuperati, 9 è il numero dei dispersi, per un totale di 304 vittime.

Intanto, il governo dice stop alle ricerche, durate 7 mesi. L’ultimo cadavere è stato rinvenuto dai sub, lungo le coste meridionali della Corea del Sud, un mese fa.

Condannati, insieme al capitano, l’ingegnere capo che dovrà scontare 30 anni di reclusione, e altri 13 membri dell’equipaggio con pene fino a 20 anni.

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