Inquinamento, Fumo: “Le istituzioni sono complici”

di Redazione

 Carinaro. Il 26 ottobre si è tenuto il convegno organizzato dal Coordinamento dei Comitati “No Puzza” di Carinaro, Gricignano e Teverola con l’intento di dar vita ad un’azione comune per poter capire quali sono i problemi ambientali dei nostri territori, …

… quali sono le ricadute sulla salute delle cittadinanze e iniziare a cercare di individuare le ragioni di tanti decessi, tutto ciò in considerazione del fatto che si assiste ad una totale assenza delle Istituzioni.

A tal fine, ho ritenuto opportuno presentare, nel mio intervento, la storia dello sviluppo industriale che si è avuto fin dagli settanta su porzioni di territorio ricadenti nei tre comuni citati. Infatti, nell’anno 1971 la Merloni diede inizio alla costruzione dei propri stabilimenti per poi avviare la produzione di elettrodomestici con il marchio Indesit.

Tale insediamento ha dato inizio alla trasformazione del territorio dell’agro aversano che, prevalentemente a destinazione agricola, ha visto l’avvio della industrializzazione.

La presenza dell’Indesit provocò uno sviluppo di attività “indotte” e, contemporaneamente, molte realtà imprenditoriali dell’area industriale di Napoli cercarono nuovi territori per poter spostare o ampliare le proprie attività e fra gli altri fu “privilegiato” quello dell’area a nord di Aversa. A livello di potere centrale sorse l’esigenza di regolamentare la individuazione di aree destinate allo sviluppo industriale ed a tal fine vennero creati i consorzi Asi per ciascuna provincia.

Pertanto, nel 1998 fu costituito il consorzio Asi di Caserta che, tra le altre aree di sviluppo industriale, perimetrò la zona Asi “Aversa nord” su 5,2 Km2 tra Carinaro, Gricignano e Teverola, (che in totale hanno una estensione territoriale di 21 Km2). Occorre sapere che l’area Asi di Caserta è la più vasta della Campania e la quarta d’Italia.

L’area Asi “Aversa nord” è la più vasta di Caserta e quindi della Campania! Inoltre, poiché l’Asi, che conta circa 160 aziende in essa operanti, ha in programma una espansione di altri 1,6 Km2 ci si rende conto della “invasione territoriale” degli insediamenti “industriali”. Le virgolette stanno ad indicare che mentre prima gli insediamenti imprenditoriali erano di tipo “produttivo” nel tempo si sono trasformati in attività logistiche e di trattamento dei rifiuti.

Tutto ciò senza che le istituzioni preposte abbiano effettuato “indagini” sulla qualità dell’aria e delle ricadute ambientali sul territorio. Solo a partire dall’anno 2005, per iniziativa dell’allora assesssore all’Ambiente del Comune di Teverola (Di Matteo) e del sottoscritto, si pretese dalla Repower, che doveva costruire la seconda centrale turbogas a Teverola, l’installazione di due centraline di monitoraggio della qualità dell’aria da collocarsi in via Nuova San Lorenzo e nel depuratore di Marcianise, ai confini con Gricignano. Tutto ciò perché fino a quel momento non si conosceva lo stato di “salute” dell’aria a Teverola (particolarmente esposta alle ricadute ambientali scaturenti dalle attività della zona Asi “Aversa nord”).

Con molta regolarità ho ricevuto fino all’inizio dell’anno 2008 i dati delle registrazioni delle centraline di monitoraggio che permettevano di rilevare varie specie di “inquinanti” dell’aria, tipologie di inquinanti ben oltre a quelle normalmente oggetto di controllo effettuato dall’Arpac in Campania. Stavo raggiungendo i primi risultati sullo stato della qualità dell’aria quando, per ragioni ancora sconosciute, non ho ricevuto più dal Comune di Teverola le registrazioni delle determinazioni delle centraline di monitoraggio.

Nel frattempo, l’Arpac ha effettuato nell’anno 2008 una campagna di monitoraggio della qualità dell’aria nei pressi della base Us Navy di Gricignano. Tale campagna è durata un mese ed i risultati sono stati consegnati…alle autorità statunitensi!

Nel “triangolo della morte” (Carinaro, Gricignano, Teverola) si iniziavano a registrare i primi decessi per cause non ancora giustificate e le istituzioni non si attivavano per effettuare controlli ed analisi sulle condizioni del territorio e dell’aria in essa respirata.

Se a questo si aggiunge che le amministrazioni comunali hanno deciso di dedicare parti del territorio comunale per realizzare aree destinate a poli di insediamento produttivo, proprio a ridosso delle aree urbanizzate dei tre comuni, ci si rende conto dello strangolamento che i cittadini stanno subendo.

Ingenuamente ci si chiede del perché le istituzioni locali non prendano posizione, non partecipino alle conferenze dei servizi per il rilascio di autorizzazioni per l’avvio di attività nella zona Asi e Pip. E’ semplice: evidentemente devono permettere l’inserimento di nuove attività, poi andiamo a vedere se sono insalubri o no. Intanto, nella zona Asi si sversano rifiuti di ogni tipo, il cattivo odore si diffonde dappertutto e nella zona Pip di Teverola opera una fabbrica insalubre ed a rischio. A proposito, al convegno non era presente nessun rappresentante delle amministrazioni dei tre Comuni. Vergogna!

Enzo Fumo, ingegnere chimico

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