Yara, respinto ricorso: Bossetti resta in carcere

di Mena Grimaldi

 Bergamo. Il tribunale della Libertà di Brescia respinge il ricorso degli avvocati: Massimo Bossetti, il muratore arrestato per l’omicidio di Yara Gambirasio, resta in carcere.

Secondo i giudici, gli indizi contro l’operaio edile sono tali da giustificare il suo isolamento nel carcere di Bergamo dove è detenuto dal 16 giugno scorso.

Sono dunque state considerate valide le argomentazioni del pm di Bergamo Letizia Ruggeri che aveva ribadito il quadro indiziario che collegherebbe Bossetti all’omicidio con, in primis, proprio le tracce di dna rinvenute sugli indumenti della ragazzina e la polvere di calce riscontrata nei suoi polmoni, compatibile con un contatto ravvicinato con chi ha a che fare con cantieri e opere murarie.

I legali di Bossetti, Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, nella loro istanza, hanno affrontato la questione del Dna dell’indagato trovato sugli indumenti della vittima – non un elemento così scevro da dubbi, tanto da essere individuato sempre dai Ris come “quantomeno discutibile”, secondo i legali – ; la calce che sarebbe stata trovata nei polmoni della 13enne, ma che nella relazione medico legali “appare solo nelle conclusioni e non quando si analizza l’apparato respiratorio della vittima”.

Il documento Vodafone che dimostrerebbe come mentre il cellulare di Yara aggancia la cella di Brembate prima di essere spento per sempre alle 18.55 del 26 novembre 2010, giorno della scomparsa di Yara, il cellulare di Bossetti dalle 17.45 resta agganciato alla cella di Mapello. “Bossetti a distanza di un’ora e dieci potenzialmente sarebbe potuto essere in qualsiasi altro luogo”.

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