Ustica, 5 milioni e mezzo a familiari vittime

di Mena Grimaldi

 Palermo. Il giudice monocratico di Palermo, Sebastiana Ciardo, ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire con 5 milioni di euro i 14 familiari – o eredi di essi – morti nella tragedia aerea di Ustica.

Il disastro aereo avvenne la sera di venerdì 27 giugno 1980, quando un aereo di linea Douglas DC-9 della compagnia aerea italiana Itavia, decollato dall’Aeroporto di Bologna e diretto all’Aeroporto di Palermo, si squarciò in volo all’improvviso e cadde nel braccio di mare compreso tra le isole tirreniche di Ustica e Ponza.

Il giudice ha già calcolato nelle somme gli interessi e ha disposto che dai risarcimenti vadano detratte le somme ottenute dai familiari delle vittime già corrisposte nel ‘90, nel 2004 e nel 2005 dallo Stato come indennizzo. I 14 eredi delle vittime della tragedia sono stati rappresentati dagli avvocati Vincenzo, Vanessa e Fabrizio Fallica che già avevano ottenuto risarcimenti per altri familiari.

Alcuni procedimenti si sono conclusi in Cassazione con la condanna definitiva dei ministeri. Con un’ordinanza contestuale alla sentenza il giudice Ciardo ha disposto la separazione della causa proposta da altri 4 familiari di un’altra vittima, Gaetano La Rocca, rinviando l’udienza al prossimo 14 dicembre perché vuole esaminare la documentazione anagrafica che attesti il grado di parentela.

Il 28 gennaio 2013 la Corte di Cassazione, riconoscendo un risarcimento di 1,2 milioni di euro ai familiari di 4 vittime della strage di Ustica, sia per ragioni giuridiche che «di ordine etico, per il dovuto rispetto alle vittime e ai loro familiari», ha stabilito un definitivo orientamento sulla questione, dopo anni di controversie giudiziarie.

L’aereo, secondo quanto ricostruito nel provvedimento dei giudici supremi, per i quali «è abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile accolta dalla Corte d’Appello di Palermo», non sarebbe stato abbattuto da un’esplosione interna.

Di qui la responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti, che non avrebbero dunque garantito con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli.

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