Scontri Ast, Renzi incontra i sindacati. Camusso: “Basta manganelli”

di Redazione

 Roma. “Il presidente del Consiglio dovrebbe provare ad abbassare i manganelli dell’ordine pubblico”.

E’ iniziata con queste parole, pronunciate dal segretario Cgil, Susanna Camusso, la giornata della diplomazia, del dialogo, del confronto tra governo e sindacati all’indomani degli incidenti con le forze dell’ordine allamanifestazione della Ast. Intervenendo nell’aula al Senato il ministro dell’Interno, AngelinoAlfano, contro cui Sel e M5S presenteranno una mozione di sfiducia, ha definito quella di mercoledì, “una brutta giornata per tutti”esprimendo la sua solidarietàa operai e poliziotti feriti.

Il premier Matteo Renzi da parte sua ha sollecitato l”accertamento delle responsabilità ed ha incontrato Palazzo Chigi una delegazione sindacale degli operai delle acciaierie ternane con il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi.

Al termine del vertice a palazzo Chigi, il sottosegretario Graziano Delrio ha ribadito che il governo “è impegnato nel trovare una soluzione della vertenza” e ha scandito: “Nessuno ha mai detto di alzare manganelli contro i lavoratori, questo governo non alza i manganelli contro i lavoratori”.

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Quanto ai dettagli, il ministro Guidi ha spiegato i punti su cui si sta trattando con l’azienda: un nuovo piano industriale che salvaguardi il livello di produzione su due forni e preveda un massimo di 290 esuberi a fronte degli oltre 500 previsti oggi. Guidi ha sottolineato che l’azienda sarebbe pronta a garantire una produzione “su entrambi i forni, su uno al massimo e sull’altro con una turnazione che consente di mantenere una integrità produttiva”.

Sul fronte dell’impatto occupazionale, l’azienda ha parlato di un limite “minimo”, ha aggiunto Guidi, con un livello massimo di 290 esuberi: “Contando le mobilità volontarie, restano sul tavolo 140-150 esuberi”, ha sottolineato, prima di far sapere che un nuovo tavolo è stato convocato per giovedì prossimo 6 novembre.

Parole accolte positivamente dal leader Fiom, Maurizio Landini: “Siamo pronti a sederci ad un tavolo se l’azienda confermerà un nuovo piano industriale purché l’azienda tolga dal tavolo il vecchio piano industriale”. Quanto agli scontri e alle manganellate degli agenti ripete: “Non deve più succedere”.

Intanto, anche dalla politica arriva un coro di critiche verso il governo e la gestione dell’ordine pubblico, delle manganellate sui lavoratori. Dai banchi dell’aula i deputati di Sel hanno alzato cartelli: “Alfano dimettiti”. Anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha chiesto al collega di governo e al prefetto “informazioni e chiarimenti”. Duri i toni da più voci del Pd, da Stefano Fassina, a Gianni Cuperlo, da Guglielmo Epifani a Rosy Bindi, fino aMatteo Orfini.

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