Nozze gay, Alfano: “No a prescrizione”. Merola: “Non obbedisco”

di Stefania Arpaia

 Roma. È il ministro degli Interni, Angelino Alfano, a provocare una bufera, con una circolare inviata ai prefetti, relativa al ritiro e alla cancellazione delle nozze gay celebrate all’estero.

Gli individui dello stesso sesso che, fuori dall’Italia, hanno celebratola loro unionee sono riconosciuti come coniugi a tutti gli effetti, non avranno il medesimo riconoscimento nel loro Paese.

L’annuncio del ministro è arrivato il giorno seguente alla richiesta del Consiglio comunale di Milano al sindaco Pisapia di trascrivere i matrimoni omosessuali, ed è subito polemica.

Matteo Orfini, presidente del Pd, in un tweet ha scritto: “Caro Alfano invece di annullare le trascrizioni di matrimoni gay preoccupiamoci di renderli possibili anche in Italia”.

Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera, ha dichiarato: “Alfano si occupa con molta insistenza di nozze gay, come se da questo dipendesse la sicurezza del Paese. E i diritti delle persone invece?”.

MaAlfano controbatte ai microfoni di Rtl 102.5: “In Italia non è possibile che ci si sposi tra persone dello stesso sesso , quindi quei matrimoni non possono essere trascritti nei registri dello stato civile italiano. Non è consentito dalla legge. In caso di inerzia– ha aggiunto -si procederà al successivo annullamento d’ufficio degli atti che sono stati illegittimamente adottati”.

Definito come un “ministro della polizia austro-ungarica dell’epoca risorgimentale” da Nichi Vendola, mentre Sergio Lo Giudice ha parlato di “ostruzionismo” da parte del capo del Ncd. “La Corte Costituzionale ha più volte sollecitato le camere- ha dichiarato il senatore Pd- a legiferare su coppie dello stesso sesso”. Sacconi lo difende: “Ha solo applicato la legge. Punto”.

Intanto, sono varie le città che in Italia avevano già avviato le trascrizioni, in particolare Grosseto, Fano, Napoli e Bologna, dove il sindaco Virginio Merola, ha dichiarato di non aver intenzione di obbedire ad una “circolare stupida”.

Anche il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo, ha polemizzato: “Il suo annuncio è l’esempio di un ministro dell’Interno che vuole derubricare i diritti civili a questione di ordine pubblico”.

Sarebbero oggi 18, i paesi dell’Ue, che su 28 membri, tutelerebbero coppie dello stesso sesso tramite matrimoni o unioni civili. In Italia tuttavia, sembrerebbe che il passo indietro fatto dalle istituzioni, non corrisponderebbe alla volontà della popolazione: 8 italiani su 10 vorrebbero più diritti per le coppie gay.

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