Compravendita senatori, “Guerriglia urbana contro Prodi”

di Mena Grimaldi

 Napoli. “Con Berlusconi avevamo adottato una strategia di guerriglia urbana per devastare la coalizione dell’Unione, ovvero la maggioranza che sosteneva il governo Prodi”.

Così l’ex senatore Sergio De Gregorio ascoltato giovedì mattina a Napoli nel processo per la presunta compravendita di senatori in cui sono imputati Silvio Berlusconi e Valter Lavitola.

De Gregorio ha ammesso di avere preso parte all’ “Operazione Libertà”, termine a suo dire coniato da Berlusconi stesso, il cui fine era ribaltare la maggioranza al Senato.

De Gregorio ha affermato che, in un incontro a Palazzo Grazioli poco dopo la sua elezione, il Cavaliere espresse rammarico per la sua elezione nelle fila del centrosinistra e gli chiese di tornare a casa.

De Gregorio gli spiegò di essersi fortemente indebitato per fare campagne elettorali al termine delle quali non era stato candidato, e l’ex premier si offrì di ripianare i suoi debiti.

All’incontro era presente Lavitola, quest’ultimo è definito un “bancomat”: Consegnò a Sergio De Gregorio 500.000 euro in contanti per fargli “cambiare idea politica” e 50 mila per una vacanza in Sardegna a un ex presidente di Panama e renderlo più disponibile su un appalto di Impregilo.

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