Camorra, Setola si pente: “Voglio collaborare, ma salvate la mia famiglia”

di Redazione

 Caserta. Vuole collaborare con la giustizia il boss Giuseppe Setola, leader dell’ala stragista del clan dei casalesi. E stavolta è ufficiale.

A dichiararlo è stato lui stesso durante il processo per l’omicidio dell’imprenditore Domenico Noviello, in cui è imputato. Collegato in videoconferenza dal carcere di Milano, Setola hacomunicato: “Ho deciso di collaborare, il pm Milita venga da me già da stasera”. Ma ha invocato anche immediata protezione, soprattutto per i suoi familiari: “Salvate la mia famiglia, altrimenti i Bidognetti li uccidono”.In videoconferenza, da un altro penitenziario, era collegato anche il suo ex scudiero Giovanni Letizia, al quale ha detto: “Giovà, lo so che non sei d’accordo, ma la malavita è finita”.

E ha confessato la verità anchesui presunti problemi di vista, che ha sempre lamentato nonostante le diffidenze degli inquirenti: “Io ci vedo benissimo, mandatemi a prendere. Mi dispiace per Casal di Principe”, ha detto Setola che, tra l’altro, ha revocato l’incarico all’avvocato Paolo Di Furia, nominando un altro legale, Antonio Di Micco.

Appena una settimana fa, il boss aveva fatto le prime ammissioni in aula, decidendo però di interrompere la sua collaborazione con i magistrati. “Sono colpevole dell’omicidio Noviello ma non mi pento, – aveva detto – ho ammazzato 46 persone, tra cui Tavoletta e Antonio Diana. E anche un siciliano per il cui delitto sono stato assolto”.Spiegava cosìle ragioni della sua scelta di non pentirsi: “Stavo facendo la scelta collaborativa ma sono tornato indietro altrimenti avrei dovuto accusare tutta Casal di Principe e mia figlia non sarebbe più potuta andare a scuola a Casale”. Ora il dietrofront. Setola, quindi, dopo il recente pentimento del “Ninno” Antonio Iovine, diventa un altro elemento di primo piano del clan a decidere di collaborare.

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