Immigrati: chiude “Mare Nostrum”, da novembre parte “Triton”

di Redazione

 “Mare Nostrum non convivrà con Triton, ma sarà chiusa. D’accordo con il premier, ad un prossimo Consiglio dei ministri sarà deliberata la conclusione dell’operazione”.

Lo ha annunciato il ministro dell’Interno italiano, Angelino Alfano, in un’informativa alla Camera. Il ministro ha ricordato che Mare Nostrum fra due giorni compirà un anno, ha ricevuto “l’apprezzamento della comunità internazionale”, ma “fin dall’inizio è nata come un’operazione emergenziale e a termine, decisa dopo la strage di Lampedusa. È – ha sottolineato – inadeguata a fronteggiare il carattere strutturale delle correnti migratorie”.

Alfano ha anche rilevato che “una mozione del Parlamento ha impegnato il Governo a verificare ogni iniziativa possibile per il superamento di Mare Nostrum. Questo Governo ha chiesto a più ripreso che l’Italia fosse adeguatamente sostenuta dall’Unione Europea e le nostre pressioni hanno sortito risultati tangibili. Abbiamo infatti ottenuto che sia l’Ue a presidiare le nostre frontiere, anche se questo non spoglia l’Italia dai suoi obblighi. L’1 novembre partirà l’operazione Triton, targata Frontex e 18 Stati hanno dato disponibilità a partecipare. Si tratta di un fatto senza precedenti: forniranno assetti, personale, esperti”.

Triton, ha proseguito il titolare del Viminale, “costa meno di un terzo di quanto è costata Mare Nostrum, ha regole d’ingaggio diverse ed il suo obiettivo principale è quello di contrastare l’immigrazione irregolare. Le sue navi saranno impiegate nel raggio di 30 miglia dalle coste italiane e potranno disporre la distruzione delle imbarcazioni sequestrate agli scafisti”.

Il bilancio dell’operazione Mare Nostrum a un anno dall’inizio è di “poco meno di 100mila migranti soccorsi in mare e messi in salvo, di cui circa 9mila minori non accompagnati, più di 500 scafisti arrestati e tre navi madri sequestrate. L’unico e inconfutabile effetto di Mare Nostrum è di aver evitato di trasformare il Mediterraneo in un immenso cimitero”, ha detto il ministro dell’Interno.

“Non si è riusciti ad evitare tanti morti e dispersi, un po’ meno di 3mila secondo il racconto dei superstiti. Questi dati sono l’eloquente testimonianza di una missione che ha guadagnato all’Italia l’apprezzamento della comunità internazionale, compreso l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati”, ha concluso Alfano.

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