Rifornivano armi ai clan napoletani e casertani: sette fermi

di Redazione

 Napoli. Sette persone sono state arrestate dai carabinieri della compagnia di Mondragone nell’ambito di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli …

… in quanto ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere dedita al traffico illecito di armi da fuoco, detenzione e porto di armi e munizioni comuni e da guerra, con l’aggravante del metodo mafioso.

A capo dell’organizzazione, secondo gli investigatori, c’era una guardia giurata, Armando Conte, 53 anni, di Qualiano, che avrebbe messo le sue conoscenze tecniche a disposizione di vari gruppi criminali, i casalesi, i Savarese, i Giuliano, garantendone in più occasioni l’approvvigionamento necessario per rafforzarne la loro forza militare nelle faide che hanno caratterizzato gli ultimi anni, soprattutto nel territorio partenopeo. Tra gli indagati anche un uomo di Villaricca, titolare di un’armeria nella città a nord di Napoli e dipendente di un poligono di tiro a Napoli.

Dalle indagini è emersa, inoltre, la capillare diffusione dell’associazione: in ogni quartiere del capoluogo napoletano esisteva un uomo di fiducia, un intermediario con i diversi clan camorristici e con il compito preciso di prendere le ordinazioni in base alle richieste degli affiliati. Un’altra guardia giurata gestiva, invece, gli ordinativi e le consegne delle varie armi e munizioni.

Tra le conoscenze di Conte sono stati individuati anche i titolari di note armerie dell’hinterland napoletano, grazie ai quali egli è riuscito ad ottenere munizioni, armi o parti di essere necessarie per soddisfare le esigenze e le richieste provenienti dai diversi gruppi criminali. Il gruppo aveva un vero e proprio prezzario: una pistola veniva venduta a un prezzo oscillante tra i 500 e i 900 euro, mentre per un fucile mitragliatore si raggiungevano anche i 2700 euro.

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