Camorra, Setola in località protetta: il procuratore smentisce

di Redazione

 Caserta. “Sono stato trasferito in località protetta”. Lo ha detto, collegato in videoconferenza, il boss dell’ala stragista del clan dei casalesi, Giuseppe Setola, durante il processo per l’omicidio di Domenico Noviello in corso a Santa Maria Capua Vetere.

Ma in serata arriva la smentita del procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo. Setola “non è stato affatto scarcerato, quindi non ha abbandonato la sua posizione di detenuto. Si tratta di una notizia assolutamente infondata, frutto evidentemente di un’espressione non chiara usata dallo stesso imputato collegato in mattinata in videoconferenza, durante un processo in corso a Santa Maria Capua Vetere”.

“Siamo sicuri – aggiunge Colangelo – che l’imputato Setola, che effettivamente è stato trasferito in una struttura di detenzione diversa da quella in cui si trovava fino a poche settimane fa e quindi in località che non si può menzionare, non si sia espresso correttamente. Il fatto certo è che Setola, così come prevede la legge, è un dichiarante del quale si stanno attentamente vagliano le dichiarazioni, e la sua posizione è in una fase intermedia di valutazione”.

Un’altra precisazione sulla collaborazione avviata da Setola giunge dalla Procura nazionale antimafiaattraverso Francesco Curcio, che spiega: “Vanno respinte inesattezze o conclusioni affrettate. L’imputato Setola ha appena cominciato a fornire una serie di dichiarazioni su delitti dei quali non era stato precedentemente accusato: in questa fase era doveroso esaminare ogni sua parola e questo solitamente avviene in una struttura dove il soggetto resta detenuto a tutti gli effetti. Ovviamente ogni valutazione sarà compiuta nei termini e secondo i criteri stabiliti dalla legge”. Setola – che ha confermato la nomina dell’avvocato Rachele Merola – continua, dunque, ad essere recluso nel carcere di Milano-Opera.

“Ho deciso di collaborare” ma “salvate la mia famiglia, altrimenti iBidognettili uccidono”, aveva detto il boss lo scorso 8 ottobre ai magistrati, confessando anche la verità anchesui presunti problemi di vista, che ha sempre lamentato nonostante le diffidenze degli inquirenti: “Io ci vedo benissimo, mandatemi a prendere. Mi dispiace per Casal di Principe”.

Appena una settimana prima, Setola aveva fatto le prime ammissioni in aula (“Sono colpevole dell’omicidio Noviello, ho ammazzato 46 persone, tra cuiTavolettaeAntonio Diana. E anche un siciliano per il cui delitto sono stato assolto”), smentendo però la decisione di collaborare: “Non mi pento, Stavo facendo la scelta collaborativa ma sono tornato indietro altrimenti avrei dovuto accusare tutta Casal di Principe e mia figlia non sarebbe più potuta andare a scuola a Casale”.

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