Il dramma di Gaza nelle opere del maestro Raffaele Croce

di Ludovica Ambroselli

 Sessa Aurunca. Un progetto riuscito quello di Raffaele Croce dal titolo “Artista residente”, che lo ha visto esporre e lavorare per un intero anno al Castello Ducale di Sessa Aurunca, con la personale dal titolo “Aleppo”.

Grazie all’assessore Italo Calenzo e alle nuove disposizioni del vescovoOrazio Francesco Piazza nuovi spazi si sono aperti per l’artista sessano. Presto anche un atelier di ceramica per il maestro Croce che è anche un affermato ceramista. La sua produzione si caratterizza come creativa e non tradizionale, è l’unico artista che in qualche modo alimenta una tradizione millenaria che va scomparendo sul nostro territorio.

Da aprile, invece, il maestro Croce espone presso un’altra residenza artistica e monumentale: la piccola chiesa di Sant’Agostino, con una mostra dal titolo “Fragments of Landscape” ovvero Frammenti di Paesaggio, “che è il nostro paesaggio visto da un punto di vista memoriale, carico di significati panici, terrifici e anche di delicata poesia”.

L’artista, definito neo-espressionista astratto, produce arte contemporanea che guarda all’arte informale degli anni ’50, ’60 e ’70 del ‘900 italiano e statunitense, con qualche aggiunta, con qualche contaminazione: il risul tato è un neo espressionismo astratto spregiudicato, poco ortodosso.

Piu’ di tremila persone, soprattutto turisti italiani e stranieri, hanno visitato la mostra che raggruppa la prima serie dal titolo “Aleppo” e la neonata serie dal titolo “Gaza”, in mostra fino al prossimo week-end. Il tema centrale ruota attorno alla pace e all’orrore per la guerra, da cui l’artista ha dato vita a Gaza; una produzione nuova legata in origine allo stesso filo conduttore che lega l’intera esposizione, ma un avvento interiore ha spinto piu’ forte per un opera nuova.

Raffaele Croce traccia così nuove traiettorie artistiche, ma nel contempo nella sua produzione emerge quella bellezza millenaria propria di una città così antica come Sessa dove l’Artista Residente continua a nutrirsi di luce, di colori, di storie, dove continua a vivere e a dare vita alle sue opere.

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