Fecondazione eterologa, le Regioni approvano le linee guida

di Redazione

 Roma. I governatori delle regioni, riuniti questa mattina in conferenza, hanno approvato all’unanimità le Linee guida sulla fecondazione eterologa varate ieri 3 settembre da tecnici e assessori regionali alla salute.

“Le Regioni – ha spiegato il presidente del Veneto, Luca Zaia, lasciando l’assemblea – hanno deciso all’unanimità di andare avanti con le linee guida, affinché l’eterologa diventi una realtà e si colmi il vuoto legislativo”. “Sarà trattata come una cura normale e – ha concluso – penso che si arrivi a un ticket uguale a livello nazionale”.

“Con le linee guida sull’eterologa le regioni hanno mandato un segnale politico forte al Parlamento, a cui rivolgo un appello accorato al Parlamento perché legiferi”, ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino.

Secondo il governatore toscano Enrico Rossi, che nella sua Regione ha deciso di far partire già la sperimentazione, “l’eterologa può partire in sicurezza anche nei centri pubblici delle altre regioni”, senza la necessità di “aspettare ulteriori leggi nazionali”.

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, però torna a precisare che sul tema è “necessaria una legge parlamentare”. “La legge del parlamento – ha spiegato il ministro a margine del suo intervento alla Festa Nazionale dell’Unità in corso a Bologna – è necessaria dal punto di vista funzionale, operativo e pratico per due motivi”.

Il primo “è per dare una copertura economica alle Regioni che – ha sottolineato Lorenzin – in questa fase andranno un po’ a ‘random’ ma dopo avranno bisogno di una stabilizzazione strutturale che serve per legge”. Il secondo motivo per cui è necessaria, secondo il ministro, una legge “è quello che ci sta a tutti più a cuore: un tema di sicurezza e riguarda l’istituzione del registro nazionale dei donatori che ci permetta la tracciabilità dei gameti e soprattutto la certezza che uno stesso donatore – ha concluso Lorenzin – non faccia più di un ‘tot’ di donazioni da cui possa nascere un numero imprecisato di bambini”.

Secondo le linee guida approvate, la fecondazione eterologa nelle strutture pubbliche sarà gratuita o con il solo pagamento del ticket, fino a 43 anni, ma comunque dopo non sarà proibita.

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