L’ultimo saluto a Davide Bifolco: “Non si spegne il sole se gli spari”

di Redazione

 Napoli. L’addio a Davide Bifolco è iniziato alle 10 e si è concluso pochi minuti prima delle 11.30 di venerdì mattina.

Quando il feretro è uscito dalla chiesa della “Medaglia miracolosa” ad attenderlo sul sagrato tante, tantissime persone, c’erano quasi tutti gli abitanti del Rione Traiano. Commozione, lacrime e tanti palloncini bianchi per l’estremo saluto al diciassettenne ucciso dal proiettile di un carabinieri.

La madre del ragazzo, Flora, ha accusato un lieve malore, poi è rientrata in chiesa per assistere al rito funebre insieme al marito Gianni. Tanti ragazzi tra le navate indossavano magliette bianche con la scritta: “Non si spegne il sole se gli spari”. Molti altri avevano magliette bianche con la scritta: “Davide vive” e “Resti nel cuore di chi non dimentica”.

Anche Tommaso, il fratello più grande di Davide, agli arresti domiciliari, è stato fra i partecipanti alla cerimonia religiosa. A lui è stato concesso un particolare permesso dal Tribunale di sorveglianza. Il ragazzo, con gli occhi lucidi, non ha resistito all’interno della chiesa ed è uscito accompagnato da alcuni amici.

Prima della messa, un gruppo di amici e di persone del quartiere aveva percorso in ginocchio la navata della chiesa, per rendere omaggio a Davide e alla Madonna dell’Arco. Non si sono visti presenti uomini delle forze dell’ordine in divisa: il controllo dell’ordine pubblico è stato garantito, con discrezione, da agenti in borghese.

Ma tutto si è svolto in modo ordinato: la rabbia è esplosa solo davanti ai taccuini dei cronisti: “Questo non è un quartiere di camorra”. “Noi, così come il padre e la madre, ci chiediamo perché Dio ha permesso che un ragazzo di diciassette anni perdesse la vita – ha detto don Lorenzo nell’omelia citando il passo del Vangelo del dialogo tra Gesù e la sorella di Lazzaro, Marta – Gesù dà la risposta: tuo figlio risorgerà. Forse a parole sembra troppo facile e qualcuno penserà che il prete deve dire questo. Ma noi dobbiamo credere che Davide abbia la vita eterna. Davide vive non solo nel cuore di ognuno di noi, ma anche in Dio, nel Paradiso. Da lassù ci guarda e continuerà a tendere la sua mano a papà Gianni, a mamma Flora, ai fratelli, ai parenti e agli amici presenti”.

“Spero che si faccia presto giustizia. Non mi arrenderò fino a che non ci sarà giustizia”. Lo ha detto Annachiara, la sorella di Davide parlando dall’altare al termine dei funerali. “Un carabiniere, se così si può chiamare, ti ha portato via da noi”.

Tra le tante persone che hanno voluto testimoniare la propria vicinanza alla famiglia anche Antonella Leardi, la mamma del tifoso napoletano Ciro Esposito, morto dopo due mesi di agonia per le ferite subite a Roma prima della finale di Coppa Italia.

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