Pensioni, marcia indietro del governo su docenti e medici

di Redazione

Marianna MadiaRoma. Eliminato il tetto dei 68 anni per le pensioni riguardanti professori universitari e medici. Lo prevede un emendamento del governo al decreto legge sulla Pubblica amministrazione che rivede i limiti di età per il pensionamento d’ufficio.

Restano, invece, le soglie previste per il resto dei dipendenti pubblici: 62 anni e 65 per i medici. E ritornano anche le penalizzazioni per chi esce a 62 anni e viene cancellata la possibilità di andare in pensione per i cosiddetti ‘quota 96’, i circa 4mila insegnanti e collaboratori scolastici rimasti “incastrati” dalla riforma Fornero.

Eliminati anche i benefici per le vittime del terrorismo. Il testo è stato licenziato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato ed ora è atteso nell’Aula di Palazzo Madama. Martedì mattina dovrebbe arrivare il parere della Commissione Bilancio.

Un emendamento, che di fatto blocca il pensionamento di 4mila insegnanti, con cui il governo accoglie i rilievi della Ragioneria dello Stato che aveva evidenziato problemi di coperture dopo che anche il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, aveva criticato quella norma, entrando in polemica con l’esecutivo.

Il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, ritiene “ragionevole” l’ipotesi di porre la fiducia in Senato sul decreto, visto che anche alla Camera si è utilizzato questo strumento. Anche perché, sottolinea il ministro, “dobbiamo correre”.

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