Gaza, Israele verso il ritiro unilaterale. Appello di Renzi per liberare soldato

di Redazione

 Gaza. Israele rinuncia ai colloqui del Cairo per arrivare a una tregua a Gaza, ma starebbe valutando la fine delle operazioni nella Striscia e un ritiro unilaterale, una volta raggiunti gli obiettivi prefissati.

Secondo quanto riferito dalla radio militare israeliana il Gabinetto di difesa dello Stato ebraico venerdì sera ha deciso di non partecipare ai colloqui in Egitto. Sulla decisione dei ministri avrebbe pesato l’incertezza sulla sorte del soldato rapito.

Secondo quanto riferisce il quotidiano Haaretz Israele non avrebbe più intenzione di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza tramite negoziati, ma starebbe invece pensando a un ritiro unilaterale, una volta raggiunti gli obiettivi prefissati, tra cui la distruzione dei tunnel usati da Hamas. Questa la decisione presa dal Gabinetto di difesa israeliano durante una riunione durata circa cinque ore.

L’esercito israeliano intanto ha avvertito gli abitanti del quartiere di Beit Lahiya, nel nord della Striscia, che è “sicuro” il rientro nelle loro case con l’avviso di “fare attenzione agli ordigni esplosivi disseminati nella zona da Hamas”.

Testimoni hanno riferito di aver visto i militari ritirarsi dall’area. Per negoziare una tregua nella serata di sabato è invece attesa al Cairo la delegazione palestinese dell’Olp, mentre i rappresentanti di Hamas dovrebbero arrivare domenica mattina. Nella capitale egiziana si aspetta anche un assistente del numero due del Dipartimento di Stato americano William Burns. Non cessano nel frattempo gli scontri nella Striscia. Almeno 44 palestinesi sono stati uccisi in seguito a un bombardamento nella città di Rafah sabato mattina all’alba, secondo quanto riferito da un funzionario sanitario palestinese, Ashraf al-Kidra.

L’uomo ha spiegato che il principale ospedale della zona è stato evacuato a causa degli attacchi che venerdì hanno provocato la morte di almeno 70 persone e il ferimento di 440 civili. I funzionari palestinesi fanno sapere che nella città di Gaza nelle ultime ora hanno contato più di 150 attacchi aerei, tra cui uno contro l’università. Secondo il portavoce del ministero della Salute di Gaza, Ashraf al-Qedra il bilancio dei raid di sabato è di almeno 56 morti (3 i bambini) e oltre 400 feriti.

Al-Qedra rende noto inoltre che sono 1.648 i palestinesi rimasti uccisi dall’inizio dell’operazione israeliana (quasi 300 sono bambini e ragazzini dice l’Unicef), 8.870 sono stati feriti. Sul versante israeliano le vittime sono 65, di cui 63 militari, più un cittadino straniero che lavorava in una cooperativa agricola raggiunta da colpi di mortaio.

“Faccio mio l’appello di altri colleghi per l’immediato rilascio del soldato israeliano rapito”. Così Matteo Renzi, dal Cairo al termine dell’incontro con il presidente egiziano al-Sisi, riferendosi alla cattura del sottotenente israeliano 23enne Hadar Goldin da parte di Hamas (che ha negato la cattura e ipotizza che il soldato sia morto “sotto le bombe”).

Il capo del governo italiano ha sottolineato che “l’Italia appoggia la proposta egiziana per la risoluzione della crisi a Gaza” e che questa “è l’unica possibilità per uscire dalla crisi”.

“Abbiamo bisogno di un’Europa che sia ancora più decisa e forte nella politica estera” ha poi aggiunto Renzi. Da parte sua il Presidente egiziano, Al Sisi ha invece sottolineato: “I fatti di Gaza si ripetono periodicamente: 2008, 2012 e oggi nel 2014. Bisogna dare uno Stato e una speranza ai palestinesi”. Al Sisi ha inoltre sottolineato che la proposta egiziana su Gaza vuole trasformare questo “momento nefasto” in una “occasione” per costruire un negoziato che possa portare allo Stato palestinese e per dare “speranza ai palestinesi e sicurezza a Israele”.

Alla fine della conferenza stampa Renzi e Al Sisi hanno lanciato un appello comune per il cessate il fuoco. Il piano egiziano si articola in due tappe. La prima riguarda la cessazione delle ostilità da entrambe le parti, la seconda prevede negoziati su vari temi come la riapertura dei valichi della Striscia, il rilascio dei prigionieri palestinesi da parte di Israele, gli insediamenti.

Intanto, secondo quanto riferito da fonti anonime dal quotidiano Haaretz, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe espresso la propria frustrazione agli Stati Uniti sulla necessità di una tregua agli scontri nella Striscia di Gaza, dopo il fallimento del cessate il fuoco umanitario di venerdì. In una conversazione telefonica con l’ambasciatore statunitense in Israele, Dan Shapiro, avrebbe affermato che l’amministrazione degli Stati Uniti dovrebbe fidarsi del giudizio di Israele riguardo il trattamento da riservare alla fazione palestinese di Hamas, che controlla la Striscia di Gaza. Il premier israeliano, inoltre, avrebbe aggiunto che ora si “aspetta” che gli Stati Uniti e la comunità internazionale sostengano pienamente l’offensiva israeliana a Gaza.

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