“Il Pd via dal Citl”, Pascarella si associa a Cenname

di Redazione

 Piedimonte Matese. Anche Gianluca Pascarella del Pd matesino si associa alla proposta del sindaco Enzo Cenname di “abbandonare quelle logiche consociative che hanno governato negli ultimi 30-40 anni la provincia di Caserta e che hanno portato nelle ultime ore Roberto Saviano ad esprimersi in questi termini sulla questione”.

Il riferimento è alla richiesta del sindaco di Camigliano, inoltrata al segretario provinciale del Pd, Raffaele Vitale, di far dimettere il presidente e il consiglio di amministrazione del “carrozzone politico” costituito dal Citl – Consorzio idrico Terra di Lavoro.

“Il Pd – commenta Pascarella – ascolti Enzo Cenname e abbandoni il Consorzio Idrico della provincia di Caserta e quelle logiche consociative, che conducono solo al furto di risorse essenziali. Perché se tutto continuerà a essere gestito in questo modo, ogni spending review sarà solo l’ennesima occasione per far lievitare una spesa pubblica improduttiva e dannosa. Per troppo tempo la nostra provincia è stata governata da logiche corporativistiche cha hanno portato ad una divisione clientelare del nostro territorio e alla guida di carrozzoni come il Consorzio Asi che non hanno fatto il bene delle nostre terre. Esperimenti destinati negli anni a fallire perché avvenuti nel senso del corporativismo assistenziale più che dello sviluppo produttivo nella sua sostanza; più che di un rafforzamento della democrazia, un sistema di potere redistributivo e clientelare. Per le nostre terre mai più il collaudato metodo feudale dei benefici e dei territori assegnati ad una vasta clientela di vassalli e valvassori che ha avviato negli ultimi anni un processo di volgarizzazione della cultura politica della nostra provincia e del Meridione. Non più clientelismi, non più ingiustizie ma giustizia, ma ‘affari’ per i cittadini, i nostri territori, per il Mezzogiorno, per il Paese e l’Europa stessa, per evitare di convincerci che non si può cambiare, che la giustizia non esiste e i più furbi la fanno sempre franca”.

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