Citl, Marrandino chiede al presidente di partecipare a Consiglio aperto

di Redazione

Marco MarrandinoCesa. Il presidente del Consiglio comunale, Marco Marrandino, ha inviato una richiesta ufficiale al presidente del consiglio di amministrazione del Citl, chiedendogli la disponibilità a partecipare ad un Consiglio comunale aperto per dare spiegazioni ai cittadini di Cesa e dare risposta agli interrogativi che ormai da mesi non hanno responso.

La comunicazione, già annunciata nel corso dell’ultimo Consiglio del 31 luglio, è arrivata anche in seguito alla richiesta depositata dalla minoranza consiliare. E’ proprio in questi giorni le problematiche del Citl sono tornate alla cronaca in seguito alle dichiarazioni del sindaco di Camigliano, Enzo Cenname, con il plauso dello scrittore Roberto Saviano e delle repliche del segretario del Pd provinciale, Raffaele Vitale, tanto che per giovedì mattina, alle ore 11.30, il presidente del cda del Citl, terrà una conferenza stampa nella sede del Consorzio, a Caserta, per dare spiegazioni sullo stato dell’Ente.

L’amministrazione comunale ha esposto i seguenti punti: “Nel 2010 il Comune di Cesa aderiva al Citl ed in data in data 06.05.2010 veniva sottoscritta convenzione per la gestione del servizio idrico integrato. In forza di tale Convenzione (prot. n. 2733 del 2010 ) tra il Comune ed il Consorzio Idrico, quest’ultimo veniva chiamato a riscuotere dall’utenza gli importi relativi al consumo dell’acqua (art. 5 punto 10) e si obbligava (art. 5 punto 1) a subentrare nella titolarità dei rapporti contrattuali facenti capo al Comune, assumendo verso gli aventi causa (Acqua Campania s.p.a. concessionaria regionale per il servizio di fornitura idropotabile) i relativi obblighi.

Di conseguenza, come espressamente specificato all’art. 14 della citata Convenzione, a partire dall’entrata in vigore della stessa (01.01.2011) ‘nessun addebito per fornitura acqua potrà essere ascritto al Comune a partire da tale data se non per quello relativo alle utenze intestate al Comune’. Invece accadeva che il Citl pur non riuscendo a subentrare al Comune nella titolarità del rapporto contrattuale per espresso diniego da parte di Acqua Campania a intestare ad esso il contatore del comune di Cesa, per morosità dello stesso consorzio, riscuoteva regolarmente dai cittadini i canoni relativi ai consumi di acqua che però non ha mai versato, trattenendo le somme, senza dare, nonostante il Comune avesse chiesto spiegazioni, alcuna giustificazione di tale operato e determinando una esposizione debitoria per il periodo 2011 – 2013 di circa 734.000 euro.

Dopo numerose diffide, rimaste senza risposta, il Comuneè stato costretto alla rescissione del contratto per inadempienza, anche perché nel frattempo stato aggredito da Acqua Campania con atto ingiuntivo per 552.000 euro per il quale il tribunale di Napoli ha riconosciuto la immediata esecutività’.

Invece di dare risposte in merito, il Citl rivendica dal comune circa 180.000 euro come quota di partecipazione al disavanzo e quote di partecipazione annuali dal 2010 al 2013, ma addirittura un commissario ad acta nominato dal Tar ha chiesto al Comune la somma di 175.000 euro per partecipazione a debiti nei confronti dell’Enel relativi a molti anni prima che Cesa entrasse nel Consorzio (atti ingiuntivi del 2002 e 2004)”.

A questo punto, l’amministrazione cesana chiede: “Di fronte a questo disastro cosa il presidente ha da dire? Perché non ha mai comunicato al Comune, come da convenzione, le somme incassate dagli utenti? Perché non ha riversato al Comune, se aveva un problema con il fornitore, le somme incassate, permettendo così al Comune di pagare evitando l’atto ingiuntivo? A che titolo trattiene i soldi dei cittadini di Cesa dal momento che il Comune è stato condannato a pagare i consumi di acqua per il periodo relativo alla convenzione? Se il Comune andrà in dissesto a causa di tutto ciò ritiene che vi siano responsabilità del Citl?”.

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