Napoli, cartelli ai Quartieri Spagnoli: “Immigrati state attenti”

di Redazione

 Napoli. “Non siamo razzisti, ma non buttate i mobili, altrimenti lo diventiamo”.

Ai Quartieri Spagnoli, dove ormai da tempo accade di leggere avvisi di affitto di stanze destinati esclusivamente agli stranieri – come se fosse normale offrire loro un tugurio che mai si proporrebbe a un napoletano – compare ora anche l’avviso xenofobo. Non l’unico, in verità. Poco più in là, ecco un altro cartello, non meno sconcertante: “Srilankesi, indiani, cinesi, extracomunitari, comportatevi bene”.

La strada è vico della Tofa. Il muro al quale sono stati affissi gli avvisi della vergogna è quello che delimita l’accesso all’area dove, ormai molti anni fa, crollò un edificio. Lì, da tempo, i proprietari sperano di innalzare un’altra palazzina. Lì, da almeno altrettanto tempo, i ragazzini della zona vorrebbero fosse realizzato un campetto di calcio.

Nel frattempo, quell’area è diventata il luogo nel quale, a gennaio, si consuma il rito del fuocarazzo: decine di adolescenti lo preparano sin dai primi giorni di dicembre, raccogliendo alberi di Natale e mobili da bruciare, poi, in un maxifalò, sotto gli occhi distratti dei propri genitori. Per il resto dell’anno, il tratto di strada davanti all’edificio che crollò è una discarica. Ci si trova di tutto: immondizia, vecchie sedie, elettrodomestici, pezzi di ferro, armadi, vetro in quantità, copertoni delle automobili. Quando i rifiuti accumulati raggiungono un certo livello, c’è chi li incendia e si ricomincia da capo.

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Nei Quartieri Spagnoli che, tra non poche difficoltà, sperimentano la raccolta differenziata porta a porta, vico della Tofa è zona franca: chiunque abbia necessità di disfarsi di qualcosa, tiene quell’indirizzo a mente. Napoletani ed immigrati. La rabbia popolare, però, elegge solo questi ultimi a capro espiatorio ed ecco che compaiono i cartelli contro lo straniero. Accuratamente avvitati sui muri per non farli togliere.

Chi li abbia messi lì, è difficile dirlo. Certo è che bisognerebbe che qualcuno li rimuovesse. Quei cartelli con le scritte xenofobe su sfondo giallo sono stupidi, oltre che ingiusti. Chi abbia vissuto nel dedalo dei vicoli a ridosso di via Toledo, infatti, sa bene che lo sversamento abusivo di rifiuti non è certo una prerogativa dei migranti –srilankesi, bengalesi, pachistani, nordafricani, sudamericani — che si sono insediati in quell’area ed ai quali non pochi residenti affittano i bassi per 500 oppure 600 euro al mese.

Sono napoletani i conducenti dei camioncini che depositano ogni sorta di materiale a Salita Cariati, all’altezza dell’ingresso secondario dell’Istituto Pontano. Lo sono anche i titolari delle officine abusive che commissionano ai trasportatori l’abbandono delle batterie delle automobili e dei copertoni o i gestori delle piccole imprese edili che si disfano illecitamente delle lastre di eternit in vico Tre Regine.

Il caso dei manifesti di vico della Tofa arriva a pochi giorni dalle polemiche innescate dall’intervista rilasciata al “Corriere del Mezzogiorno” da Peppe Barra in materia di immigrazione. Artista cosmopolita, profondo conoscitore della cultura popolare, si è lanciato in una invettiva contro i migranti che ha diviso l’opinione pubblica ed ha sconcertato molti tra i suoi stessi estimatori. Ha detto: “Stanno deturpando, lordando, svilendo Napoli questi immigrati. Sono maleducati, arroganti, cattivi”. Ha poi aggiunto: “Non è xenofobia ma paura, perché gli immigrati portano solo danni. La prostituzione è roba loro: per strada vedi solo negri, pardòn ragazze di colore o ragazzini”.

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