Mozzarella casertana esclusa da franchising, Fierro: “Razzismo commerciale”

di Antonio Arduino

 Aversa. La catena di mozzarella bar “Obikà” elimina la provincia di Caserta dall’areale di produzione dell’apprezzato latticino Dop ed i produttori scendono sul sentiero di guerra.

A lanciare la sfida è l’aversano Lino Fierro, presidente della sezione lattiero-casearia di Confindustria Caserta, che definisce la decisione del noto franchising internazionale – che avrebbe esposto nei loro locali – la mappa della zona di produzione della Dop escludendo l’intera Terra di Lavoro – “un atto di razzismo commerciale non una semplice cecità imprenditoriale”.

A fronte dell’inspiegabile silenzio del Consorzio di Tutela che, nonostante sia forte di un ufficio stampa nazionale prestigioso, tace Fierro non può fare a meno di alzare la voce e far sentire lo sdegno, l’indignazione della sezione lattiero-casearia di Confindustria Caserta.

“E’ assolutamente ingiustificabile – esordisce Fierro- l’iniziativa di Obikà non solo a livello commerciale ed etico (eliminare una provincia da una cartina geografica) ma anche a livello culturale”. “Cancellare la Terra dei Mazzoni significa – sottolinea – ignorare le origini della mozzarella di bufala e non considerare che la sola provincia di Caserta incide sull’intera produzione dop per oltre il 60%”.

“Per questo motivo – continua – chiedo che le istituzioni tutte, le associazioni di categoria e tutti i produttori di Terra di Lavoro si incontrino per discutere, in questo momento critico in cui dobbiamo affrontare una grave crisi che coinvolge in pieno il latte di bufala, del futuro economico e dell’immagine di Caserta; non lasciamo che questo diventi un secondo caso ‘Terra dei fuochi’”.

“Auspico inoltre – continua l’esponente di categoria – che alla nostra battaglia si associ il Consorzio della Mozzarella dop che prima dell’estate ha eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione confermando la precedente leadership all’insegna di quella rassicurante continuità che, in assenza un programma concreto, non è assolutamente sufficiente ad affrontare le problematiche di un indotto in evidente stato di sofferenza”.

“Ogni giorno il nostro comparto – ricorda Fierro – subisce attacchi di diversa natura che vanno dalla concorrenza sleale, all’italian sounding, alle accuse animaliste che, proprio in queste ultime ore, riterrebbero gli allevatori colpevoli di fare stragi di annutoli maschi: niente di più falso”.

“Ora – conclude il presidente della sezione lattiero-casearia di Confindustria Caserta – forti della legge per la tracciabilità, promossa da Confindustria e dalla Regione Campania, superato il gap del doppio caseificio, abbiamo tutti gli strumenti non solo per difenderci ma per far crescere e valorizzare ulteriormente la più importate Dop del Sud Italia a livello internazionale. Ma tutto ciò continuerà ad essere una chimera se non si riuscirà ad intraprendere una strategia comune a tutti gli attori della filiera”.

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