Galluccio: “Che fine hanno fatto i Pip?”

di Antonio Arduino

 Aversa. “Perché nel piano triennale non c’è alcun accenno all’area destinata ai piccoli insediamenti produttivi i cosiddetti Pip?”. Questa la domanda che pone all’amministrazione il consigliere comunale di Forza Italia Michele Galluccio.

L’area in oggetto è quella appena ripulita che ha ospitato la fiera settimanale fino ad ottobre 2012. Lasciata libera poteva essere subito utilizzata per realizzare la cittadella dell’artigianato di Aversa. “Invece non è andata così e nel piano triennale, sia quello 2013-2015 sia quello 2014-2016, non c’è alcun accenno a questo intervento per il quale la città paga – ricorda Galluccio – 97mila euro ogni anno alla Cassa Depositi e Prestiti per coprire le rate del muto di 3 milioni 591 mila 441 euro contratto nel 2002 dall’Ente per ‘costruzione, acquisizione, urbanizzazione dell’area in zona Pip’.“Una somma – sostiene il consigliere – che la cittadinanza versa dal 2004 e continuerà a versare fino al 2023 ma senza avere realizzato, almeno fino ad oggi, quanto era stato progettato”.

La cittadella artigiana, ricordata da Galluccio, doveva nascere nell’area di 42 mila metri quadrati di via Madre Teresa di Calcutta occupata dalla fiera settimanale. Il 12 dicembre 2005 l’avvio dei lavori necessari a realizzare l’insediamento produttivo sembrava imminente. Ad annunciarlo era stato l’allora assessore alla programmazione complessa Nicola Galati comunicando la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del bando di gara necessario ad affidare in concessione la progettazione definitiva ed esecutiva del complesso che avrebbe occupato sia l’area sede del mercato settimanale sia la parte retrostante e quelle confinati dai due lati della quale era stata prevista l’acquisizione da parte del Comune. Nella cittadella sarebbero stati realizzati circa sessanta capannoni industriali, uffici, abitazioni di servizio, locali commerciali, parcheggi pubblici, verde, rete viaria, infrastrutture, servizi e sottoservizi.

Il tutto a costo zero per il Comune perché le opere, il cui importo complessivo sarebbe stato di circa 25 milioni di euro, sarebbe stato a carico della società vincitrice del bando che le avrebbe realizzate a proprie spese ottenendo, quale corrispettivo della concessione, per trent’anni, i proventi ricavati dalla vendita dei capannoni e dei lotti industriali che avrebbe realizzato, nonché i canoni di locazione relativi alla quota di immobili gestiti in diritto di superficie.

Naturalmente l’amministrazione avrebbe impedito ogni tipo di speculazione perché lotti e capannoni sarebbero stati assegnati, in proprietà o in locazione, sulla base di un apposito regolamento approvato dall’Ente che aveva anche fissato il prezzo massimo, al metro quadrato, sia per la vendita sia per la locazione. Dopo una serie di vicissitudini il 14 febbraio 2011 la gara fu espletata e assegnata in via definitiva all’unica ditta che aveva risposto al bando, la ditta G&D Prefabbricati spa di Castilenti in provincia di Teramo ma i lavori non sono mai partiti. Però i cittadini di Aversa continuano a pagare i 97 mila euro annui necessari ad estinguere il debito contratto con la Cassa Depositi e Prestiti. Da qui la decisione di Michele Galluccio di interrogare il sindaco sulla vicenda.

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