Taglialatela (Psi): “Pescopagano, un territorio da amare”

di Redazione

 Mondragone. Il Partito Socialista, attraverso il suo segretario Antonio Taglialatela,interviene in merito ai fatti accaduti nel territorio di Pescopagano.

Taglialatela dichiara: “Nel condannare ogni tipo di violenza e di sopruso che viene commesso ai danni di ogni essere umano, da sempre, esprimiamo la nostra vicinanza ai cittadini di Pescopagano, bianchi, gialli, rossi, verdi e neri, e ringraziamo il Sindaco di Castelvolturno, Dimitri Russo, che con la sua presenza tangibile ha dato un grande segno di civiltà e di presenza delle nostre povere istituzioni, dando purtroppo luce anche al silenzio assordante di buona parte della politica e delle Istituzioni mondragonesi, protese sempre a salvaguardare i propri interessi di bottega, fare politica da 4 soldi, invece di affrontare le grandi sfide a cui quest’economia del capitale ci chiama ogni giorno a rispondere.

Troppo semplice nascondersi dietro iniziative di facciata, inutili ‘task force’, cavalcando le onde di una cultura amministrativa di repressione, facendo finta che le Istituzioni siano presenti, sopratutto quando, poi, si promuovono ordinanze sindacali che hanno il sapore della demagogia poiché rappresentano la ripetizione di normative già vigenti che vanno semplicemente fatte applicare e fatte rispettare, in un regime di ordinaria amministrazione.

Per non parlare, poi, di chi in questa maggioranza ribaltata indossa i panni ipocriti della Legalità, ma adesso non è il tempo delle polemiche e delle strumentalizzazioni di carattere politico. Del resto, lo stesso Dott. Cantone, in una intervista recente ha sottolineato l’esigenza di una politica forte che renda lo Stato più forte di ogni pericolosa nostalgia.

Una cosa è certa: al camorrismo arrogante che ha favorito il degrado delle nostre periferie, noi opporremo sempre una politica incentrata sullo sviluppo economico culturale. Pescopagano, un condominio tecnicamente, dove da anni si vive in un oblio delle regole e delle Istituzioni, un territorio fantasma dove il suo sviluppo naturale si è avuto a meta anni settanta in modo abusivo e, nel tempo, risanato in alcun i casi, dove le Istituzioni non sono presenti (non c’è una scuola media, non c’e un ufficio decentrate del comune non c’è un ufficio distaccato della Polizia Municipale, non c’è un presidio sanitario non ci sono assolutamente servizi) e dove anche le forze dell’ordine fanno fatica a controllare il territorio.

L’unica Istituzione che stata sempre presente su questo territorio è la Chiesa, quindi dopo anni di consolidamento della non regole è ovvio che risulta essere terreno fertile per la manovalanza della camorra (spaccio, intimidazioni, furti e scasso nelle ville, prostituzione, lavoro nero).

Siamo tutti vittime e carnefici di un fallimento culturale: la sicurezza così invocata in questi giorni non potrà mai esistere se non abbiamo la responsabilità di affermare e riconoscere i diritti più elementari di ogni essere umano, dai servizi essenziali che programma un’Amministrazione Comunale fino a prenderci realmente cura di un territorio, con amore e rispetto, ogni sacrosanto giorno.

Siamo stufi della retorica del ‘controllo del territorio’, siamo per la ‘cura e il risanamento del territorio’, con azioni programmate e interventi incisivi. Le sirene del berlusconismo, unito ai fenomeni della Lega Nord degli ultimi vent’anni hanno determinato un solco profondo, composto di pregiudizi, ignoranza e sottocultura: uno squadrismo qualunquista di quarta generazione, che finisce per legittimare, direttamente o indirettamente, pericolose commistioni, tra Politica e Mafie, come se poi le operazioni militari possano determinare un cambiamento o un’autodeterminazione nei modi di essere e di fare dei nostri concittadini, all’interno delle nostre singole comunità locali e delle nostre presunte Istituzioni che governano.. Un territorio lo si controlla quando lo si ama, lo si cura, lo si vive, intervenendo sulle ordinarie questioni che attengono il vivere civile. Un territorio non si abbandona, lo si riqualifica, lo si bonifica, lo si ascolta facendo partecipare i cittadini nelle decisioni più importanti.

Un territorio può sentirsi emancipato quando si governa e si amministra il bene pubblico nell’interesse di tutti, allontanando ogni favoritismo, clientelismo e pratiche di illegalità quotidiana diffusa. Vittime e carnefici, i cittadini impotenti, mentre le Istituzioni si nascondono o magari pensano a come poter dilapidare soldi pubblici a favore di iniziative prive di logica e di obiettivi di fondo”.

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