Sparatoria Pescopagano, scarcerato Pasquale Cipriani. Il figlio si difende

di Redazione

 Mondragone. Scarcerato Pasquale Cipriani, il 60enne arrestato domenica notte, insieme al figlio Cesare, 21 anni, per la sparatoria avvenuta in località “Pescopagano”, a Castel Volturno, che ha visto gambizzati a colpi di pistola due immigrati della Costa d’Avorio di 30 e 37 anni.

Il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere non ha convalidato l’arresto del guardiano privato, difeso dall’avvocato Giovanni Zannini. Ridimensionata, invece, l’accusa per il figlio Cesare, autore degli spari: da tentato omicidio a lesioni gravi.

Proprio Cesare Cipriani, dinanzi al giudice di Santa Maria Capua Vetere, ha tenuto a chiarire che la sua azione non è stata mossa da razzismo o atteggiamento camorristico: “Ho sparato mirando alle gambe – ha spiegato il 21enne – solo perché avevano picchiato mio zio che aveva chiesto ad uno dei due dove avesse preso la bombola con cui camminava sotto al braccio”. Il riferimento è all’ivoriano Baba Yusif, già gravato in passato da accuse di furti in abitazioni. Lo stesso Yusif che, ha spiegato ancora il giovane, “4-5 mesi fa aveva già provato ad accoltellarmi dopo un altro furto. Questo è un territorio pericoloso”.

Dall’interrogatorio di garanzia, tenutosi nel carcere sammaritano, sono emersi altri particolari, come il coinvolgimento del prete don Guido Cumerlato, parroco della parrocchia San Gaetano Thiene, che nella due giorni di doppie proteste e blocchi, sia da parte degli immigrati che dei residenti italiani, è stato tra i più efficaci mediatori. Cesare ha raccontato di aver lasciato la pistola in auto e di esser fuggito in campagna. “Ho incontrato don Guido, cui ho detto quello che avevo fatto. Lui ha così telefonato a mio padre avvertendolo di quanto accaduto; poco dopo mio padre mi è venuto a prendere, convincendomi a costituirmi. Cosa che ho fatto”, ha spiegato.

Il 21enne ha poi raccontato di “aver preso la pistola da un extracomunitario” dopo che Youssef avrebbe provato ad accoltellarlo qualche mese fa. “L’arma la nascosi in un pozzo nel recinto di una delle villette cui io e mio padre facciamo da guardiani”, ha detto.

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