Lite in Senato sul “canguro”. Renzi: “Riforme da ogni costo”

di Mena Grimaldi

 Roma. Prosegue in un clima teso l’esame della riforma costituzionale al Senato. Dopo il fallimento della mediazione per far cessare l’ostruzionismo, si va avanti con un continuo braccio di ferro tra la maggioranza e FI da un lato, e M5S, Lega e Sel dall’altro.

La seduta mattutina è stata sospesa per una riunione durata oltre tre ore della giunta del regolamento del Senato, chiamata a “giudicare” la legittimità della decisione del presidente Pietro Grasso di applicare la tecnica del “canguro”, che ha di fatto “cancellato” ieri (considerandoli superati) ben 1400 emendamenti, tra le proteste dell’opposizione.

“Approveremo la riforma in prima lettura, nonostante le urla e gli insulti di queste ore”, assicura intanto nella sua newsletter il premier Matteo Renzi. Il Pd, con il senatore Francesco Russo, si dice persuaso che ci siano “buone speranze” di riuscire a portare a casa il via libera del Senato alla riforma l’8 agosto, come auspicato dal governo.

Ma anche se non fosse così si andrà avanti a oltranza perché “le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario – afferma Renzi – ma l’unica strada per far uscire l’Italia dalla conservazione, dalla palude. Questa è la volta buona, costi quel che costi”.

Dopo aver espresso la sua volontà di tirare dritto, il presidente del Consiglio ha dedicato anche un passaggio sull’Italicum: “E’ già stato approvato alla Camera – dice Renzi – e ora sarà modificato dal Senato e diventerà legge definitivamente”.

Poi, sulle polemiche: “Le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario. Ma l’unica strada per far uscire l’Italia dalla conservazione, dalla palude, dalla stagnazione che prima di essere economica rischia di essere concettuale. Io non lo lascio il futuro ai rassegnati. Questa è la volta buona – conclude – costi quel che costi”.

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