Stress insostenibile: Arrigo Sacchi dice addio alle giovanili

di Redazione

 Arrigo Sacchi non è più coordinatore delle nazionali giovanili. La scelta tanto sofferta quanto dovuta, arriva dopo 4 anni di operato.

“Con dispiacere lascio un incarico cui tengo molto, ma ho un avversario terribile che sono riuscito a governare per 22-23 anni e che alla fine però sta vincendo, ed è lo stress” queste le parole del tecnico, il cui incarico scadrà, formalmente, nella giornata di domani, così come quello del suo vice Maurizio Viscidi.

Sacchi, visibilmente convinto della decisione presa, non ha risparmiato critiche al calcio italiano ed alle sue gerarchie:“Il nostro calcio non punta sui giovani per due motivi, il primo sono i bilanci economici in rosso, che non consentono investimenti a lungo termine. Il secondo è che il nostro calcio è difensivo e punta più su giocatori esperti, mentre il giovane è più generoso e per farlo crescere serve seminare molto per ottenere risultati solo a lungo termine. Abbiamo dirigenti che pensano più al loro potere che al bene del sistema. Un po’ di autocritica di tutti non può che fare bene. Se ripetiamo gli sbagli del passato non è la strada giusta per cambiare, possiamo crescere solo se smettiamo di piangere. L’Italia ha esportato cultura per 1500 anni, ma dobbiamo dimenticare furbizia, affarismo, scorciatoie e compromessi altrimenti siamo out”.

Un monito importante rivolto ad un sistema che, a parer di Sacchi, non tende a valorizzare i giovani. Le verità celate sul Mondiale in Brasile: “Era frutto dell’amore pensare che l’Italia potesse vincere il Mondiale. – dice l’ex allenatore – Non c’è stata una competizione che potesse indurre questo pensiero. Vincere il mondiale sarebbe stato un miracolo che non si è verificato, son stati commessi degli errori e qualcosa in più si poteva fare. Qualche anno fa sono stato in Costarica a tenere un seminario. Oggi forse dovremmo chiamare un loro emissario a tenere lezioni da noi. Quindi è il caso di rivedere qualcosa”. Il ritiro dall’agonismo è dovuto anche a ripercussioni familiari: “Nella mia vita non sono stato un buon padre, avendo trascurato molto mia figlia. Ora ho una nipotina di un anno e mezzo e non voglio fare lo stesso errore”.

Non potevano mancare le reazioni del mondo del calcio, come quelle di Antonello Valentino che ha svelato come “già un anno fa a Gerusalemme, in occasione degli Europei under 21, Arrigo ci aveva avvertito della sua decisione. Per noi è stato un aiuto fondamentale per far rinascere il sistema delle nazionali giovanili. Ci auguriamo che in futuro possa ripensarci”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico