Festival di Venezia, tre italiani in gara e Verdone in giuria

di Gaetano Bencivenga

 Annunciati i titoli che si contenderanno il Leone d’Oro alla 71esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia in programma al Lido dal 27 agosto al 6 settembre prossimi.

Nella lista dei 19 selezionati compaiono tre opere dirette da registi italiani ovvero “Il giovane favoloso” di Mario Martone, “Hungry hearts” di Saverio Costanzo e “Anime nere” di Francesco Munzi. Quest’ultimo è un western ambientato ai giorni nostri e interpretato da Marco Leonardi e Peppino Mazzotta, mentre il film di Martone si basa sulla figura del genio poetico Giacomo Leopardi e quello di Costanzo vede come protagonista la prediletta Alba Rohrwacher. In realtà un quarto lungometraggio può essere annoverato tra i prodotti di casa nostra poiché il “Pasolini” dell’americano Abel Ferrara ha cast e realizzazione, quasi interamente, tricolore.

I film su citati dovranno vedersela con temibili concorrenti a partire dal messicano “Birdman or the Unexpected Virtue of Ignorance” di Alejandro Inarritu, cui spetta l’onore dell’apertura ufficiale della rassegna, per continuare con il russo “The Postman’s White Nights” di Andrej Konchalowski, lo statunitense “Manglehorn” di David Gordon Green, fino all’estroso turco Fatih Akin, autore dell’atteso “The Cut”.

Il direttore artistico Alberto Barbera, giunto al terzo anno di incarico, ha comunque infarcito anche le sezioni collaterali di cinema italico di qualità, “La trattativa” di Sabina Guzzanti e “La zuppa del demonio” di Davide Ferrario tra gli altri, dando rinnovato impulso a quella rinascita della Settima Arte nostrana, annunciata e comprovata dai successi internazionali della stagione appena conclusasi.

La speranza è, ovviamente, quella di assistere a un bis della scorsa edizione quando a trionfare fu il sorprendente “Sacro Gra” di Gianfranco Rosi. Ma l’anno passato presidente della giuria era il cineasta Bernardo Bertolucci che, naturalmente, ha contribuito ad assegnare il meritato trofeo al bel documentario di Rosi, laddove quest’anno, sotto la direzione del compositore francese Alexandre Desplat, ci sarà il giurato Carlo Verdone a sostenere la causa del cinema italiano.

Un’altra bella soddisfazione, quindi, per il regista e attore romano, che, grazie alla convocazione in una giuria di tale prestigio, vede riconosciuto il valore di un lavoro ultratrentennale fatto di comicità, ironia e intelligenza.

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