Dylan o’Brien al Giffoni: “Sono giovane, non sono perfetto”

di Emma Zampella

Dylan O’Brien Dylan O’Brien è la star del Giffoni Festival: l’attore californiano di 22 anni accolto dal calore e dall’adorazione di centinaia di ragazzine in lacrime.

Eroe di Teen Wolf, la serie tv sui lupi mannari teen trasmessa da Mtv, O’Brien raggiungerà a settembre anche il pubblico dei cinema, nel suo primo vero ruolo in un blockbuster: Maze Runner – Il labirinto, primo capitolo di una trilogia fantascientifica tratta dai romanzi di James Dashner.

Ed un’accoglienza del genere lo ha sorpreso e a tratti spaventato: “Comincio a invidiare chi può permettersi di andare in giro senza sentirsi sotto assedio. Questo non vuol dire che non apprezzi il loro calore, non c’è nulla di male in quello che fanno e gli sono riconoscente. È che a volte l’affetto dei fan può essere eccessivo”. Visti i suoi gusti televisivi e le sue interpretazioni, pare che l’amore ora viaggi sotto le mentite spoglie delle storie di mostri e vampiri perché secondo il giovane attore, “l’amore è il mostro più spaventoso di tutti, soprattutto quando sei un adolescente. Credo che traslare le esperienze emotivamente paurose in un mondo che non esiste, raccontandole in chiave fantastica, aiuti i ragazzi ad affrontarle. Li distrae e insieme li conforta”.

E a chi gli chiede se lui è spaventato dall’amore Dylan risponde “Sono più realistico che romantico. Non credo nel destino, né nell’anima gemella. Credo che nella vita ci si possa innamorare più di una volta. Ma quando mi innamoro sono molto protettivo, anche possessivo. Non tollero che sia fatto del male alle persone cui tengo”.

Accanto all’amore mostruoso che primeggia al cinema, altro tema ricorrente è il futuro post apocalittico che o’Brien racconta così: “ Anche in Maze Runner ricorre un tema molto frequente: il futuro post-apocalittico. Il tema ricorre perché la fantascienza è un eccellente strumento per raccontare le paure, quelle di oggi e quelle di sempre. Ieri, ai tempi della grande paura del comunismo, si facevano film che parlavano della fine del mondo. Oggi, dopo l’11 settembre, si torna a fare film apocalittici. Tutto gira intorno alle stesse domande: cosa succederà alla razza umana? Il mondo finirà? Cosa c’è dopo la morte?”. Intanto continua a guardare avanti e al suo futuro di attore, perché, seppur giovanissimo, Dylan sa che bisogna sempre esse una persona migliore: “Sono giovane e mi dispiace: non sono perfetto”.

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